Invece di giocattoli e libri, imbracciano fucili e pistole. Invece di crescere con la spensieratezza dovuta alla loro età, vedono orrore e morte, giorno dopo giorno. Sono i bambini-soldato, una piaga terrificante che dilaga in diverse parti del mondo. Sono l’epicentro (parole di Papa Francesco) un «crimine abominevole» perché strappa ai più piccoli l’infanzia. E ci sono almeno 18 i Paesi dell’intero globo in cui viene documentato l’uso dei bambini per fare la guerra, o nei “conflitti armati”, perché è così che si chiama la giornata (si celebra domani, domenica 12 febbraio), che chiede al mondo di riflettere su questa abominevole-orrenda-insopportabile e disumana situazione.
Come ricorda l’Istituto di Ricerche Archivio Disarmo di Roma, nel 2021 oltre seimila minori, alcuni anche di soli sei anni, sono stati arruolati ed utilizzati nelle guerre. E nel 2022, sebbene manchino ancora dati ufficiali, la situazione è peggiorata. Ragion per cui, spendere qualche minuto per riflettere su questa realtà è un obbligo, un dovere, un modo per dire “basta” alla guerra e ai bimbi impunemente usati per fare la guerra, un grido che scavalca pianure, valli e montagne per andare a sensibilizzare chiunque vi abiti contro l’uso dei minori in faccende sporche, brutte, orrende, atroci e insane come insane, atroci, orrende, brutte e sporche sono le azioni compiute da chi (e non sono pochi, e abitano tra noi, e sono rivestiti di potere, e detengono armi di distruzione, e credono sia loro diritto invadere spazi altrui…) armeggia e opera per impedire che popoli diversi possano vivere in pace, godendo libertà e respirando democrazia….
Seimila bambini (o forse il doppio o il triplo se si squarciassero i veli che impediscono di conoscere realtà lontane) usati per fare la guerra. E per loro l’infanzia si è trasformata in un incubo. “Migliaia di piccoli nella più tenera età – si legge nel rapporto – sono costretti a combattere dopo essere stati sottratti con la forza dalle scuole e dai propri villaggi e arruolati nelle milizie e negli eserciti regolari. Anche le ragazzine non sono esenti: visto che sfuggono più facilmente ai controlli sono impiegate come bombe umane, ad esempio da Boko Haram in Nigeria, oppure come schiave sessuali dei guerriglieri”. Non solo. Infatti, secondo l’Unicef, “l’utilizzo delle femmine è in costante crescita ed in alcune parti dell’Africa subsahariana raggiunge il 40%”.
I Paesi più interessati, secondo un rapporto del Segretario Generale Onu, sono: Afghanistan, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Iraq, Mali, Nigeria, Sudan, Sudan del Sud, Somalia, Siria, Yemen, Myanmar, in cui decine di milizie ma anche eserciti regolari utilizzano i piccoli soldati. Una novità, amara ma pur sempre novità, è la grande crescita del fenomeno in Mali e in altri Paesi africani, dove “i casi sono più che raddoppiati e sono diventati circa mille…”. In questo fosco quadro la Somalia del 2021 si conferma, secondo le Nazioni Unite, “uno dei Paesi in cui i bambini soldato sono normalità, dove sono 1.200 i ragazzini, per lo più rapiti da Al Shabab, mandati a fare la guerra, ma anche utilizzati, almeno in 200 casi, da Esercito e polizia”. Nello Yemen, sempre secondo l’ONU, “quasi 2.000 bambini tra i 10 e i 17 anni, reclutati dai ribelli Houthi, sono morti combattendo tra gennaio 2020 e maggio 2021”. Un altro caso emblematico è rappresentato dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC) in cui molte centinaia sono stati reclutati e utilizzati da decine di milizie, ma tanti baby soldato smobilitati sono poi ritornati a combattere. Nelle guerre in corso milizie ed eserciti fanno anche largo uso degli stupri, ad esempio nella RDC, Somalia, Repubblica Centrafricana, Somalia, Sudan e Sud Sudan. I conflitti hanno distrutto anche scuole ed ospedali, condannando questi Paesi al sottosviluppo, negando a migliaia di alunni e di malati diritti fondamentali. Nel 2021 questi attacchi sono stati centinaia, di cui circa trecento in soli tre Paesi: RDC, Mali e Somalia.
“Il primo passo per contrastare la drammatica situazione – scrivono i redattori del rapporto – dovrebbe essere la smobilitazione di questi piccoli innocenti”. Ma sarebbe anche indispensabile punire questi orrendi crimini. Il Tribunale Penale Internazionale, che considera l’arruolamento di minori di 15 anni come un crimine di guerra ha condannato alcuni responsabili, ma molto rimane da fare per restituire giustizia alle vittime.
LUCIANO COSTA