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Bimbi trattati come schiavi invisibili…

Per la teoria, ricordata ieri, delle notizie su cui s’accentrano le attenzioni, non avendo trovato riflessioni e approfondimenti sul rapporto dedicato ai bambini resi schiavi invisibili al servizio della perversione, mi sono di nuovo chiesto se e come sia giusto che nei giornali, anche i più importanti, valga la teoria del “mi piace” o del “non mi piace” piuttosto che del “dovere” di mettere in pagina anche quel che disturba. Questioni di bilancio: i giornali e i media costano e devono essere venduti, la gente compra quel che più aggrada, ma sempre a scatola chiusa. Così prevalgono i grandi titoli dedicati alla crisi politica in cui s’è cacciata l’Italia, poi una spiccata attenzione alla pandemia, che preoccupa e che annovera quei cittadini che fuggono dai vaccini mettendo in crisi tutto il sistema, quindi alle vacanze che bisogna consumare, al calcio parlato (tutte le squadre comprano tutto salvo accorgersi che comprano, salvo eccezioni, assai poco) che prefigura il futuro delle squadre, alla guerra in Ucraina, al gas che costa come l’oro, al papa che viaggia in  Canada portando con sé un carico di preoccupazioni a cui la Chiesa non può sottrarsi… Davvero un grande panorama-scatolone di notizie, tutte quelle che servono per non inquietare lettori e telespettatori, di certo non quelle urticanti. Come quella che mette in evidenza l’esistenza di bambini resi schiavi e usati come merce redditizia al mercato del sesso…

SAVE THE CHILDREN, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e garantire loro un futuro, in vista della Giornata Internazionale contro la Tratta di esseri umani, ha presentato un resoconto dettagliato sulla situazione. Emerge che lo sfruttamento di persone, che coinvolge principalmente donne e bambini di ogni età, è ancora oggi uno dei mercati illeciti più diffusi e tristemente proficui del mondo, insieme al traffico di droga e armi. Nel 2020, il report dei casi accertati cui sono seguiti processi e condanne, conta uno spaventoso numero di 109.216 vittime in tutto il mondo. In Europa, dove il mercato degli esseri umani ha un profitto stimato 29.4 miliardi, un quarto dei casi identificati riguarda minori, intrappolati in gran parte nel settore della prostituzione.

Leggo nel rapporto che con l’avvento della quarantena imposta dal Covid e la chiusura dei confini nazionali, i metodi di lavoro di questo settore illegale sono cambiati, costringendo le autorità ad adattarsi. La cosiddetta “tratta digitale” riguarda proprio l’insieme delle nuove pratiche tramite le quali i trafficanti continuano i loro affari. Le organizzazioni criminali attive nel traffico di esseri umani si sono adattate, utilizzando sempre di più lo sfruttamento sessuale creando un vero e proprio sistema di traffico sotterraneo. Tra i nuovi strumenti a disposizione ci sono le chat online, i social media e tutte le varianti che una tecnologia mediatica sfrenata e non controllata mette a disposizione. Il tutto a pagamento. Ma emerge anche che sul fronte dei pagamenti questi sono resi non tracciabili tramite acconti in cripto-valute e comunicazione via dark web, la parte nascosta di internet che garantisce l’anonimato di chi ne fa uso. Secondo gli esperti, il fenomeno della tratta digitale si è affermato particolarmente nel periodo dell’emergenza Covid durante il quale i criminali hanno saputo e sanno ancora cogliere molto rapidamente le opportunità offerte dalla rete digitale. Tutto questo mentre le autorità non sono ancora riuscite a mettere in atto opportuni sistemi di prevenzione e difesa.

In Italia, i casi emersi e assisiti nel 2021 dal sistema anti-tratta erano 1.911, per la maggior parte riguardanti il sesso femminile. Tra le vittime, la forma di sfruttamento prevalente è quella sessuale seguita da quella lavorativa. Attraverso le testimonianze degli operatori di Save the Children e di altre organizzazioni e referenti istituzionali, è emerso come la crisi economica causata dalla pandemia abbia moltiplicato i rischi di sfruttamento per gruppi particolarmente vulnerabili, come i minori stranieri non accompagnati, che spesso arrivano con un pesante debito nei confronti dei trafficanti che hanno pagato il loro trasferimento nel Paese.

Il rapporto denuncia, ma la platea assiste impotente e l’informazione non aiuta certo a capire e a sollecitare rimedi. Che fare? Non esiste una risposta, ma ciascuno è chiamato a mettere in atto sistemi di prevenzione e sicurezza che vanno dal controllo di ciò che appare all’immediata denuncia di qualunque azione illecita compiuta a danno della comunità e, soprattutto, dell’infanzia. Purtroppo, come hanno spiegato i responsabili dell’Associazione che si occupa della difesa dei minori, il malaffare trova sempre nuove strade per affermarsi. Ma se tutti insieme ci mettiamo d’impegno, qualcosa si riuscirà a cambiare in meglio.

LUCIANO COSTA

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