Un giorno lontano uno che pur dichiarandosi agnostico ammutoliva quando Pasqua bussava alla porta, richiesto di una spiegazione mi rispose che di “fronte al mistero che racchiude la morte di un giusto, e qual Vostro Gesù lo era, è impossibile restare indifferenti”. Sono passati tanati anni, il mondo è cambiato ne oggi si ritrova invecchiato-arrabbiato-euforico-piangente-ricco-ricchissimo-povero-poverissimo, “come una palla che rotola ed è presa a calci da guerrafondai, arrivisti, politici, da chiunque vede il suo strazio ma non interviene e nulla fa per circondarla di pace”, così mi ha scritto stamani all’alba un lettore. Però, tutti o quasi tutti siamo pronti a commuoverci, riflettere, piangere o sorridere di fronte alla massa di notizie che quella palla-mondo ci mette a disposizione.
IN PRIMO PIANO le guerre: quella mostruosa che prosegue da 404 giorni, scatenata dalla Russia contro l’Ucraina con la protervia del potente che volendo altro territorio per la sua grandezza manda uomini, carri armati, bombe, missili e bombardieri a devastarlo; quella che senza ragione divampa a fasi alterne in Medio Oriente mettendo e rimettendo uno contro l’altro palestinesi ed ebre, entrambi abitanti di una Terra chiamata Santa, tutti e due custodi della memoria del Cristo crocifisso e risorto e poi quelle, venti o forse di più, che insanguinano paesi sulla carta geografica lontani ma visivamente e mediaticamente assai vicini. Poi terremotati, inondazioni, siccità, pandemie, fame, migrazioni, violenze, respingimenti, aiuti promessi e negati, rivolte… Poi, ex potenti politici per di più che dichiaratamente democratici che pretendono di dettare leggi piuttosto che onorare la Legge scritta dai loro padri…
Così non stupisce, non deve stupire, perché è impossibile rimanere indifferenti di fronte a un Papa che soffre ma non smette di chinarsi fino a terra per invocare pace e giustizia. E Francesco lo farà già oggi celebrando la Messa del giovedì santo nel carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma, lo stesso dove aveva presieduto la funzione del triduo pasquale quindici giorni dopo essere stato eletto. Poi, lo farà portando domani la Croce, e poi sabato benedicendo acqua fuoco olio e annunciando la Risurrezione del Giusto. E lo farà solennemente domenica proclamando la gloria di Colui che risorgendo obbligò e ancora adesso obbliga il mondo a non restare indifferente.
SEGUE L’ITALIA, piccolissima fetta che sembra uno stivale sempre pronto all’uso, dove ancora non si capisce dove il nuovo sortito dalle urne ci sta portando. Però, tra parole sciocche e proclami a effetto, si procede: Soprattutto, si compete, come se tutto sia racchiuso in una partita di calcio o altro sport, dove si conteranno vinti e vincitori, lasciando che tutto quel che ruota intorno vada dove crede, che tanto, chi se ne importa? Però oggi, non per ironia della sorte ma perché così recita il calendario, si celebra la Giornata mondiale dello sport per la pace e lo sviluppo, istituita 10 anni fa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a ricordo del giorno in cui, nel 1896, furono inaugurati, ad Atene, i primi giochi olimpici dell’era moderna. Quest’anno il tema della giornata è “Scoring for People and the Planet”, che letteralmente significa “punteggio delle persone per il pianeta”, ma che viene a dirci che è adesso il tempo per riconoscere il ruolo positivo dello sport e dell’attività fisica nelle comunità e nella vita delle persone in tutto il mondo. Infatti, sebbene i politici che scendono in Parlamento come gli atleti scendono in campo o in pista per vincere e solo per vincere, “lo sport offre un enorme potenziale per il progresso degli obiettivi dello sviluppo sostenibile, e per la promozione della pace e dei diritti umani, dall’emancipazione delle donne e delle ragazze, di giovani, persone con disabilità e gruppi emarginati”. Se interessa, oggi a New York, al Palazzo delle Nazioni Unite, sono in programma serie di conversazioni che metteranno in evidenza il potere del calcio e di altri sport in tal senso. Le discussioni, è scritto nel programma ufficiale, si concentreranno in particolare sulla sostenibilità e l’azione per il clima, sull’uguaglianza di genere e la lotta contro il razzismo e l’incitamento all’odio.
GIOCA UNA PARTITA IMPORTANTE anche Silvio Berlusconi, 86 anni, che da ieri è ricoverato all’ospedale milanese San Raffaele. Per l’ex premier né il secondo ricovero a cui è stato obbligato nelle ultime due settimane. Berlusconi è ricoverato in terapia intensiva per problemi cardiovascolari. La situazione, al momento, è stazionaria. Ha bisogno di quiete, hanno detto i medici. Quindi, sarebbe il caso di provvedere in tal senso. Ovviamente, auguri, Cavaliere!
UNA NUOVA PARTITA, imprevista, forse coraggiosa o forse solo dimostrativa la gioca Matteo Renzi, ex premier, ex segretario del Partito Democratico, magari anche ex del ribelle fiorenti sceso in politica per miracolo mostrare e arrivato a Roma capitale immaginando che proprio da lì, dalla città “Caput Mundi”, potesse instaurarsi il nuovo progresso. Il Mateo fiorentino assume infatti la direzione de “Il Riformista”, che guiderà per un anno a partire dal 3 maggio, però senza lasciare la politica e il Parlamento, piuttosto «raddoppiando», per usare le sue stesse parole. “Il Riformista”, secondo il suo nuovo direttore, avrà un’identità lontana sia dal «sovranismo di Giorgia Meloni» sia dalla «linea politica che ha vinto il congresso del Pd con Elly Schlein» e anche «da quella del M5s di Giuseppe Conte». Scontata sarà la continuità garantista, ma la posizione sulla guerra in Ucraina sarà invece differente («noi siamo per il sostegno»). Il quotidiano però, non sarà l’organo del Terzo polo, perché «ambisce a essere letto da una parte della maggioranza, il centrodestra riformista, e dall’area del Pd che non si riconosce nella Schlein». Del resto, ha spiegato Renzi, «fra i sovranisti e una sinistra radicale, c’è un mondo, una maggioranza silenziosa, che forse non è maggioranza, ma è sicuramente silenziosa».
GIOCA UN’AMARA PARTITA, invece la Croce Rossa Internazionale, che non ce la fa a mantenere il suo impegno e che sarà quindi costretta a tagliare quest’anno circa 1.500 posti di lavoro in tutto il mondo a causa della mancanza di fondi. Attualmente sono circa 2.000 le persone che nel mondo lavorano per la Croce Rossa. Per scongiurare l’ipotesi di ridimensionamento questa ipotesi, servono aiuti. Servirebbero per il 2023 almeno 2.8 miliardi di franchi svizzeri, ovvero solo lo 0.3% in più rispetto al 2022, anche se le attività di assistenza sono aumentate a causa dell’escalation della guerra in Ucraina, ma non ci sono segnali che vadano in questa direzione.
AMARISSIMA È ANCHE LA PARTITA che tante famiglie italiane sono costrette a giocare. Infatti, ha scritto l’ISTAT, l’impennata dell’inflazione nel 2022 ha finito per provocare il loro più forte impoverimento nella storia recente. Negli ultimi tre mesi del 2022, si legge nel rapporto, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 3,7% rispetto al trimestre precedente. Un calo peggiore (-5,6%) lo si era registrato solo all’inizio del 2000 (-4,6%) e nella primavera 2020, ma in quel caso era stato un effetto collaterale dell’inizio della pandemia, subito bilanciato dal +6,6% del trimestre successivo. Ma stavolta è impossibile aspettarsi un rimbalzo: la causa della caduta del potere di acquisto non è il calo dei redditi (che, al contrario, sono cresciuti dello 0,8%) ma l’aumento dei prezzi, con l’inflazione che ha sfiorato il 12% nell’ultima parte dello scorso anno. I risultati di questa situazione si continuano a vedere con chiarezza nelle statistiche nazionali: le famiglie italiane stanno tagliando sugli acquisti, ma spendono più di prima. Più precisamente nei primi due mesi del 2023 le vendite al dettaglio rispetto all’inizio dell’anno precedente sono diminuite del 3% in quantità ma sono aumentate del 5,9% in termini di spesa. Per il cibo, bene essenziale per eccellenza, l’aumento della spesa è stato del 7,6%, con un calo del 4,7% delle quantità acquistate.
ALTRETTANTO AMARA È la partita delle famiglie italiane, che costrette a spendere di più per acquistare di meno faticano a mettere da parte qualcosa. La propensione al risparmio è scesa ancora (al 5,3%), giù di due punti percentuali netti rispetto al trimestre precedente. Addirittura rispetto al 2021 nella media 2022 il tasso di risparmio si è praticamente dimezzato. Questi numeri fanno dell’Italia un’isola infelice rispetto al resto d’Europa, dove invece Eurostat ha annunciato la risalita del risparmio (dal 13,3% al 14,1%) dopo un anno e mezzo di costante diminuzione. Però, dicono gli economisti della BCE, le aziende, in media, stanno guadagnando più di prima. Voi sapete perché? Io no!
LUCIANO COSTA