Settantadue giorni di guerra in Ucraina, anni e anni di guerra in altri cento Paesi, guerre guerreggiate, mai dichiarate e neppure raccontate altrove, guerre che oppongono clan e gruppi di malaffare qui e là nel mondo, guerre che sgomentano e obbligano tanti, tantissimi umani a vivere di stenti e nella paura mentre per pochi loro simili, umani di passaggio anche loro, chi fa la guerra li arricchisce essendo, loro pochi, grandi produttori di armi distruttive che vendono ovunque vi sia qualcuno che abbia dollari, rubli o qualsiasi altra moneta da esibire e usare. La guerra in Ucraina, voluta e scatenata dalla Russia col solo scopo di appropriarsi di lembi di terra utili a confermare il suo potere assoluto, dice di quanta miseria siamo circondati e di quali lutti accompagnino gli eserciti. C’è da vergognarsi, ci sarebbe da piangere, resta solo il tempo di gridare “vogliamo la pace”, ne abbiamo bisogno per garantire ai figli buon futuro e alla terra il diritto di restare e così dare cibo a chi la calpesta.
Da oltre settanta giorni di guerra parliamo di guerra: è l’argomento principale, è la notizia da sbattere in pagina, è l’assurdo che chiede di essere raccontato, costi quel che costi, anche a costo di circondarlo di mezze verità o di intere bugie, o di distinguo odiosi messi lì o inventati per assegnare la colpa a questo o a quello. Poi, oltre la guerra, restano i morti ammazzati dal terrorismo, gli annegati nel gran mare che doveva condurli a una patria più sicura, i poveri disperati che muoiono di fame e di sete, i dimenticati dalle società opulente costretti a sopravvivere facendo tesoro delle briciole, i residuati (vecchi e malati) di una società che li annovera tra gli inutili e che crede di poter fare a meno di loro, gli emigranti figli di nessuno e quindi un peso piuttosto che una risorsa… Soprattutto, dentro e oltre la guerra, restano gli ammalati di Covid, vittime della pandemia che da quasi tre anni sconvolge il mondo. Restano, ma di loro non si parla se non per dare i numeri quotidiani riferiti a chi si ammala o a chi muore, oppure per stupirsi se tra le pagine dei quotidiani e le ore televisive affiorano dati tragici e inimmaginabili…
Allora ci si chiede: ma quante sono le persone uccise dalla pandemia nel mondo? Difficile dirlo. Difficile contare i morti, soprattutto se son quelli che stanno in molti Paesi del Sud del mondo, in quelli poveri e in quelli dove si combatte.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità i numeri ufficiali, sono ben al di sotto di quelli reali, ovvero i 6,24 milioni di morti per Covid ufficialmente notificati all’Oms dai suoi 194 Paesi membri. Per l’Oms la pandemia di Covid-19 ha causato nel mondo quasi 15 milioni di decessi diretti e indiretti, il doppio, quindi, di quanto inizialmente stimato. In totale 14,9 milioni i decessi che possono essere associati alla pandemia, un punto intermedio tra un minimo di 13,3 milioni e un massimo di 16,6 milioni di vittime registrate dal 1 gennaio 2020 al 31 dicembre 2021. Molti decessi attribuiti ad altre malattie sarebbero legati invece al virus.
Però, continua la frenata della pandemia nel mondo: nella settimana tra il 25 aprile e il primo maggio sono stati registrati 3,8 milioni di casi e poco più di 15 mila morti, con un calo rispettivamente del 17% e del 3% rispetto alla settimana precedente.
Tuttavia, preoccupa la situazione dell’Africa e delle Americhe dove si assiste a una forte ripresa dei contagi, in aumento rispettivamente del 31% e del 13%. Sono alcuni questi dell’ultimo bollettino settimanale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
“A livello globale, i casi segnalati e i decessi per Covid-19 continuano a diminuire, con i decessi settimanali segnalati ai minimi da marzo 2020. Ma queste tendenze, sebbene benvenute, non raccontano l’intera storia”, ha detto il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Spinti dalle sotto-varianti di Omicron, stiamo assistendo ad un aumento dei casi segnalati nelle Americhe e in Africa. È troppo presto per sapere se queste nuove sotto-varianti possono causare malattie più gravi rispetto ad altre sotto-varianti di Omicron, ma i primi dati suggeriscono che la vaccinazione rimane protettiva contro la malattia grave e la morte”.
Da una parte la pandemia da Covid-19, dall’altra la guerra di Putin e tutte le altre guerre, in mezzo noi, umani impauriti da un virus invisibile e da un mostro ben visibile.
LUCIANO COSTA