Dubitare necessa est (alla faccia dei proclami)
Potrebbe essere questa la giornata decisiva. Se così fosse, a una qualche ora di questo 28 gennaio 2022, vigilia dei giorni della “Merla” la quale, se è bianca diventa nera e se è nera diventa bianca, l’Italia avrà il nuovo Presidente della Repubblica. Però, almeno fino a poco dopo l’alba di oggi, chi sia niun lo sa, neppure il leghista che alla selva dei microfoni offertigli dai media è riuscito a dire “ci siamo, oggi si conclude”. Vale a dire: “La soluzione c’è e il giorno e i voti la confermeranno”. Dubito. E dubitando sopravvivo alla temperie di due circhi: uno politico e l’altro mediatico. Però, siccome tutto (in politica) è possibile potrei ritrovarmi di pomeriggio a mordermi le dita per non aver dato credito ai propagatori di certezze. Unica soddisfazione la domanda che mi son posto dopo aver sentito gli umori della notte e aver appreso l’orientamento elettorale (propenso a volere al Colle l’attuale Presidente del Senato, con sarcasmo e malcelata ironia soprannominata “Queen Elizabeth”, ma anche, per via della sua propensione all’uso di arei ed elicotteri di stato diretti ora a Trieste ora in Costa Smeralda, “la signora Volare”) di quella destra-centro che si reputa depositaria della maggioranza del Paese. Questa la domanda: “Possibile che costoro, detti capo-branco, non abbiano in testa neanche una briciola di cervello?”. Soprattutto perché colei che dovrebbe salire al Colle è di quelle che al Colle, abitato non da uno dei suoi, hanno riservato assai poche tenerezze preferendo elargirle, sic et sempliciter, al Cavaliere di Arcore (appena eletta Presidente del Senato, diceva ieri “Repubblica”, corse da lui, suo mentore, che aveva strenuamente difeso nel caso Ruby, guadagnandosi l’appellativo di “zia di Mubarak”) suo mentore e cantore. Dubito, ergo sum! Insomma, non credo a una soluzione così aperta a schizzi umoristici, sarcastici riferimenti e assai poco cortesi ritratti, tutti indegni di raffigurare qualsivoglia Presidente della Repubblica.
Che dire? Forse ha ragione il Bischero fiorentino (proprio lui, l’affondatore non di uno ma di due governi arcobaleno a maggioranza pentastellata) quando dice che “qui siamo alla follia”, che “sono giorni che stiamo votando senza una logica, uno schema. Ma dove siamo? Questo è il Parlamento, non il teatrino di X Factor”. Quindi, a seguire, una piccola ma utile lezione di politica applicata: “L’elezione del presidente della Repubblica non è semplice, ma si è sempre giocata con le regole della politica. In questo caso c’è una gara al lancio del nome, è una sorta di indovina chi. Nel momento in cui si parla della scelta del presidente della Repubblica questo fa accapponare la pelle. Si sta anteponendo l’ansia da sondaggio, populista, alla realtà vera…”. Se vi interessa la risposta ottenuta dal Bischero, eccola, di notte uscita dalla bocca del capo Celodurista: “Continuo a essere fiducioso e ottimista per natura, confido che domani (cioè per noi oggi) ci sarà il presidente della Repubblica. Il mio obiettivo è tenere unito il centrodestra e la maggioranza di Governo”.
Di tutto questo si sono nutrite le cronache televisive-visive-radiofoniche-letterarie-blobbiste-chiacchiericce e praticamente superflue se non proprio senza senso. Tra le sentite, quella dettata dal direttore di un grande quotidiano, arzigogolava attorno al dopo Parlamento, quando la cena chiama a raccolta affamati e cercatori di accordi, per dire che “anche quelli a tavola sembrano straniti”. E lei, la giovane inviata televisiva – di nero vestita con foulard blu carta da zucchero (roba antica, anche fine) che fa pendant con la mascherina, fiato corto denotante emozioni in soprannumero – mandata a caccia di grandi elettori seduti a tavola, riempie Piazza Madonna che, dice, “è adesso come Montecitorio prima”. E così, conscia del suo ruolo di testimone, scruta i seduti ai tavoli del ristorante. “Ne riconoscono alcuni” esclama giuliva rivolgendosi alla conduttrice. E quella, con un sorriso, ammicca non so se al buon pensiero della sua inviata o al desiderio di sapere che cosa, quelli lì, stiano mangiando. E le cose che dicono? “Non posso entrare e sbattergli il microfono in faccia, mi cacciano subito”, dice col mezzo sorriso di chi ce l’ha fatta ma solo a metà. Ribatte allora la conduttrice: “Potresti farti invitare a cena, così sapremmo che cosa dicono e anche che cosa mangiano…”. A seguire, smorfiette allegre ma, forse, anche l’amaro di vedersi valutata per essere degna di cenare insieme a quei votanti insicuri ma non ancora per le idee e gli sforzi profusi andando a caccia di grandi elettori in libera uscita. Per fortuna o sfortuna resta lei, la conduttrice: bionda, gesticolante, con mani che s’avvicinano l’una all’altra fino a dare l’impressione di essere congiunte per iniziare la preghiera, forse l’ultimo rimedio al peggio.
A proposito, “la sindrome di Iago», citata ieri tra i titoli per dire che “Montecitorio sarà pure un ignobile sfascio, ma con una sua drammaturgica grandezza”, ha sollecitato l’invito a completare il pensiero, per altro ben espresso nel suo articolo da Francesco Bei, riferendo quel che William Shakespeare aveva voluto dire. “Ah – scrive Bei – se il Bardo passeggiasse in questi giorni tra il Transatlantico, il bar Giolitti e Fortunato al Pantheon! Di personaggi shakespeariani, villain senza coscienza, con i loro doppi e tripli giochi, cortigiani senza morale ne troverebbe in quantità”. L’altro lato del Bardo, quello comico, sussurra invece che “è ancora tutta commedia”. Infatti, prosaicamente, si sa che “in politica il caos non è mai generatore di ordine; semmai produce esiti irrazionali e imprevisti”. Come le elezioni anticipate.
Oggi si vota. Chissà chi lo sa che cosa accadrà?
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Quanto al resto dei fatti e misfatti andati in scena, ecco una rapida sintesi.
AGGIORNAMENTI PANDEMIA – Sono stati 155.697 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 167.206. Le vittime sono invece 389, mentre ieri erano state 426. I tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia sono 1.039.756. Ieri erano stati 1.097.287. Il tasso di positività è al 14,97%, stabile rispetto al 15,2% di ieri. Continuano a calare intensive e ricoveri ordinari. Risultano 1.645 le terapie intensive, 20 in meno di ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 125. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 19.853, ovvero 148 in meno rispetto a ieri. Dall’inizio della pandemia sono 10.539.601 gli italiani contagiati dal Covid. Gli attualmente positivi sono 2.706.453, in calo di 10.128 nelle ultime 24 ore mentre i morti sono 145.159. I dimessi e i guariti sono invece 7.687.989 con un incremento di 165.779 rispetto a ieri
NEVE LAGGIÙ, SOLE QUASSÙ – Una rarissima nevicata ha ricoperto Gerusalemme e alcune delle zone della Cisgiordania provocando la chiusura di strade e scuole. I fedeli hanno dovuto arrancare a fatica per raggiungere i luoghi santi della Città Vecchia come il Duomo di Roccia e il Muro del Pianto. Per i bambini, che hanno potuto giocare a palle di neve e costruire pupazzi, è stata un’occasione gioiosa. La nevicata è stata portata dalla tempesta Elpis (in greco speranza), un fenomeno legato al riscaldamento globale, che ha colpito anche Turchia e Grecia.
I GIOIELLI DELLA CORONA – L’ironia della storia ha colpito. E ha fatto sì che, mentre si sta progettando un “conclave laico” per arrivare a una candidatura condivisa per l’elezione a presidente della Repubblica (nella speranza ovviamente di una durata inferiore a quella del famoso primo conclave di Viterbo dal 1268 per l’elezione del papa Gregorio X), ha fatto irruzione nelle cronache una questione monarchica, la rivendica, cioè, dei gioielli della Corona da parte dei discendenti di Casa Savoia, depositati presso la Banca d’Italia. La carica elettiva per la più alta magistratura della Repubblica, nata dalla cacciata dei Savoia, da un lato; gli eredi della monarchia all’epoca esiliata, dall’altro. Speriamo che siano facezie. Da respingere al mittente.
POSTE E PENSIONI NELLA GIUNGLA DEI NON SI PUÒ – Anche per ritirare la pensione alle Poste servirà un tampone recente. E soltanto una interpretazione ufficiale dell’ultimo Dpcm. Le norme varate e in vigore dal primo di febbraio, infatti, aggiungono restrizioni su restrizioni ai non vaccinati, rendendo l’insieme delle norme legate alla pandemia una giungla quasi inestricabile. Destinatari dei divieti prossimi all’attuazione (però, attenzione alle date, possono variare) sono, ovviamente, i non vaccinati o i vaccinati non in regola con il Green pass (chi è in regola ha il piccolo aggravio di mostrarlo più frequentemente). Tutte le misure sono intese a proteggere la salute dei cittadini e hanno dunque una solida giustificazione nel loro scopo. Ciò che risulta meno condivisibile è la moltiplicazione delle regole e il progressivo aumentare delle limitazioni. D’altra parte, non è semplice pensare ad alternative. Resterebbe il ricorso all’obbligo della vaccinazione. Se però si rendesse non più volontaria l’iniezione e si lascia in corso il Green pass, il problema resta immutato. Qualora, invece, si rimuovesse il dovere di certificazione verde (di base o rafforzata), come fare per impedire che i non vaccinati si muovano incontrollati in ogni luogo pubblico? Va probabilmente escluso che si possano mandare le forze dell’ordine nelle case dei cittadini per tradurre a forza i renitenti nei centri vaccinali. Non resta che lo strumento delle sanzioni. Non i cento euro una tantum attuali, ovviamente. Forse una multa mensile crescente: cento euro nei primi 30 giorni, poi 200 al secondo mese, 500 al terzo, 1000 al quarto… Con quali reazioni è difficile pronosticare.
LUCIANO COSTA