Elezioni e fondi per le paritarie

Mentre proseguono le operazioni di voto (oggi i seggi verranno chiusi alle 15) e cresce la curiosità di sapere se e come l’idea di governo interpretata da Mario Draghi vincerà la sfida, preoccupano i dati relativi all’affluenza, ancora bassa ma con la prospettiva di portarsi a livelli accettabili in questo lunedì. La tornata elettorale. Come è noto, riguarda un italiano su cinque e cinque capoluoghi di regione: Roma, Milano, Napoli, Bologna e Torino. Dunque, il voto peserà, e anche molto. Quanto lo sapremo a spoglio ultimato, cioè quando i voti diranno verso chi gli italiani hanno guardato. In ogni caso, come dicono gli esperti, questa è una tornata elettorale vasta ma circoscritta al locale. Per saperne di più e leggere meglio la situazione, converrà aspettare.

Intanto, per dovere di cronaca, segnalo la positiva conclusione dell’iter dei fondi destinati alle scuole paritarie, di cui si era parlato in una nota pubblicata la scorsa settimana. Infatti, a due settimane dall’avvio delle lezioni, sono stati sbloccati dal Ministero dell’Istruzione i fondi per le scuole paritarie assegnati a luglio dal decreto Sostegni bis per la riapertura delle aule in sicurezza e non ancora messi a disposizione degli istituti. Il decreto firmato qualche giorno fa dal ministro dell’Istruzione non riguarda, però, l’intero pacchetto di risorse votato dal Parlamento, pari a 60 milioni, ma soltanto 50 milioni, tra l’altro ripartiti in maniera errata tra le scuole. Restano fuori i 10 milioni previsti per le materne non statali, che saranno distribuiti, almeno secondo le previsioni offerte dal Ministero, con una successiva variazione di bilancio e il relativo decreto.

Per adesso dunque ci sono i primi 50 milioni promesso e a lungo attesi. Ci sono, ma sono ripartiti soltanto tra le scuole primarie e secondarie, escludendo le scuole dell’infanzia, contrariamente a quanto stabilito dalla stessa legge 106/2021 che, all’articolo 58, prevede espressamente che siano destinati “alle scuole dell’infanzia e alle scuole primarie e secondarie paritarie”.

Gli ulteriori 10 milioni ora mancanti ma promessi, sono poi riservati esclusivamente alle scuole dell’infanzia, che raccolgono il 75% della popolazione studentesca paritaria, con oltre mezzo milione di bambini iscritti – più di un terzo di quelli frequentanti l’intero sistema integrato nazionale di educazione ed istruzione – in 9mila scuole.

Prima di essere ripartiti tra gli Uffici scolastici regionali e, da questi, alle scuole, “in proporzione al numero degli alunni iscritti”, il decreto dovrà superare l’esame della Corte dei Conti, dopo di che potrà, finalmente, essere registrato ed entrare in vigore. “Questione di poco tempo”, fanno sapere dal Ministero viale Trastevere, ma si sa che nelle pastoie della burocrazia il poco tempo è sempre moltiplicato. Roma sa che per le scuole queste risorse rappresentano una vera boccata d’ossigeno e ogni giorno in più di attesa mette in ulteriore sofferenza i bilanci. Dunque, resta solo da attendere. “Tutto sommato e nonostante il ritardo – hanno fatto sapere le associazioni che si occupano e preoccupano delle scuole paritarie – le cose sono andate bene, anche se non benissimo: bene perché arrivano 50 milioni come da decreto Sostegni bis, alle paritarie; non benissimo perché alle statali i 350 milioni sono arrivati da un mese e mezzo, perché erano risorse per il regolare avvio dell’anno scolastico e la scuola è partita da settimane”. Resta da cancellare l’errore dei dieci milioni non dati e però promessi. Secondo “Italia Viva”, la forza politica che con forza si è battuta per risolvere la questione “il decreto parla di primarie e secondarie, ma il Parlamento ha votato un emendamento – con parere favorevole del ministero dell’Istruzione – in cui si aggiungevano le scuole dell’infanzia”. Resta un mistero come una norma esplicita sia rimasta inevasa.

Colpa della politica o di quel sistema che vede le paritarie come il fumo negli occhi?

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