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“I cioccolatini della ricerca” scendono in piazza…

Se li trovate in piazza fermatevi e guardateli: sono persone che si preoccupano di voi, di me, di una comunità civile che deve fare i conti con abili, disabili, ammalati, con i lato migliore della vita (quasi sempre raccontato come pieno di salute, lavoro, sorrisi e successo), ma anche con quello peggiore (poche volte raccontato e anzi sottaciuto, perché le malattie chi le ha se le tiene addosso e le porta come fossero pesi personali, il lavoro venuto meno o non venuto affatto si traduce in vergogna e in ricerca di qualcosa che aiuti a vivere – cassa di integrazione per il lavoro  venuto meno o in crisi, sussidio caritatevole o, supponendo di averne diritto, quel reddito di cittadinanza che da un lato è certo segno di civiltà e di condivisione ma dall’altro è il  modo più sbrigativo per concedere senza preoccuparsi di risolvere il problema…). Ed è per cancellare il lato peggiore che quelle persone oggi e domani scendono in piazza mettendo bene in vista quel che sono – volontari non occasionali, ogni giorno impegnati a soccorrere chi si trova in difficoltà e a spiegare quanto sia necessario-lodevole-urgente-civile e buono mettere quel che si può a disposizione della scienza che cerca risposte e soluzioni alla malattia più subdola che ci sia: si chiama cancro, s’accasa senza preavviso, assume forme e nomi disparati, costringe a misurare i respiri e le speranze, obbliga a fermarsi e a fare i conti con il tempo che scorre, induce a vedere nella precarietà una sorta di colpa… Poi, ecco che qualcuno viene a dirti “si può guarire, magari insieme, facendo sforzi congiunti, sopportando” e a raccontarti che c‘è, proprio accanto all’uscio di casa tua, una porzione di mondo buono e premuroso che aiuta la scienza a trovare l’antidoto e le cure per battere quel morbo.

Questi benemeriti volontari riuniti sotto le insegne dell’AIRC (Associazione Italiana Ricerca Cancro) oggi e qualcuno magari anche domani, li trovate in piazza, pronti ad offrire a chiunque cioccolatini in cambio di un soldo qualsiasi da destinare al sostegno delle ricerche. Meritano attenzione e rispetto, magari anche ben più di un sorriso strascicato. Fate voi, ma datelo quel sorriso e aggiungetevi un abbraccio.

Essere di nuovo in piazza a sostegno della campagna intitolata “i giorni della Ricerca”, al fianco della Fondazione AIRC, che da oltre 25 anni informa i cittadini sui progressi della scienza e li invita a donare per sostenere la ricerca, è un segno di civiltà e di solidarietà di cui, purtroppo, troppi e troppo in fretta hanno dimenticato le sembianze. Per sostenere la ricerca ci sono, per tutta la giornata e su oltre duemila piazze, “i Cioccolatini”. Donando 10 euro, oltre a ricevere i dolci, i sostenitori ritireranno una guida contenente un approfondimento sulle cure per alcuni tipi di tumore e quattro ricette a tema cioccolato firmate dagli chef e cuochi Damiano Carrara, Michela Coppa, Chiara Maci e Benedetta Parodi.

L’importanza della ricerca è racchiusa nella cronaca di ciò che i volontari hanno fatto, la quale racconta che grazie alla generosità di moltissimi sostenitori sono stati raccolti circa 131 milioni di euro tramite questa iniziativa. Nonostante il progresso scientifico, tuttavia, il cancro ancora oggi è un’emergenza in Italia, dove nel 2021 sono stati diagnosticati circa 377mila nuovi casi di tumore, ovvero più di mille al giorno e sono stati stimati almeno 181mila morti. Nel 2022 AIRC ha destinato oltre 136 milioni di euro per 5mila ricercatori. Grazie anche a questo risultato, frutto delle donazioni, l’Italia resta al vertice europeo per il numero di guarigioni. Oggi superare una diagnosi di cancro è molto più semplice rispetto al decennio scorso, con un incremento pari al 36%. Inoltre è sempre più frequente ritornare dopo le cure ad avere un’aspettativa di vita simile a quella di chi non si è mai ammalato.

Sono tante le testimonianze di uomini e donne colpiti da tumore che, grazie alla scienza, sono riusciti a superare quello che da molti ancora oggi viene definito un male invincibile. Carla racconta che nella sua vita si è trovata a combattere più volte con la parola “cancro”. Ricevuta nel 2013 una diagnosi di melanoma all’occhio, otto anni dopo ha dovuto affrontare un carcinoma della mammella. Storie e testimonianze come quelle dettate da Carla i volontari sono andati a raccointarle in oltre settata scuole proponendo agli studenti per sensibilizzarli alla ricerca, facendo scoprire alle ultime generazioni le nuove frontiere del campo scientifico.

E dal campo scientifico giungono sempre nuove risposte. Un contributo importante è racchiuso nello studio condotto da Federica Facciotti, direttrice del Laboratorio di immunologia mucosale dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, finanziato dalla Fondazione Airc. Le finalità dello studio le ha spiegate la stessa ricercatrice rispondendo alle domande dei giornalisti. “Abbiamo cercato di capire – ha detto – quali sono gli interruttori e identificare i sistemi per ingannare il tumore e fare in modo che le cellule si riattivino. La comprensione del meccanismo ci consentirà di dare il trattamento giusto a ciascuna persona. Per sfuggire al sistema immunitario infatti ogni tumore sfrutta strategie diverse. La varietà che caratterizza la risposta dipende dai fattori genetici, ma nel caso del colon-retto anche da alcol e alimentazione. L’alcol favorisce lo sviluppo di alcuni microrganismi che producono sostanze capaci di incrementare le cellule tumorali. Se il sistema immunitario funziona bene intercetta subito l’alterazione. Altrimenti, il tumore fugge alla sorveglianza e prolifera”.

Ricevuta nei giorni scorsi dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Federica Facciotti ha sottolineato come il lavoro di tanti sia al servizio di tutti. “Si tratta – ha spiegato – di un circolo virtuoso, perché anche solo l’acquisto dei cioccolatini durante la campagna di raccolta fondi è un contributo per tutta la comunità. Può sembrare una goccia nel mare ma non lo è perché dà la possibilità a noi ricercatori di mettere a frutto il lavoro che parte dal laboratorio e coinvolge anche clinici e specialisti”.

Se tra una faccenda e l’altra oggi trovate il tempo di scendere in piazza, cercate “i cioccolatini della ricerca”: sono buoni e fanno bene agli altri, quelli che i conti li devono fare con il cancro e che sperano soluzioni che solo la ricerca può garantire.

LUCIANO COSTA

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