Sembrava declassato a influenza, sembrava sconfitto da farmaci e vaccinazioni, sembrava un ricordo spiacevole… Sembrava. Invece, eccolo di nuovo, un mostro che ritorna. E non c’è uomo7donna/scienziato/medico o semplice cacciatore pronto a fronteggiarlo. In una settimana, dicono i bollettini emessi dagli esperti, i casi sono aumentati del 40% e la possibilità di tornare a tamponi e bollettini medici quotidiani è evidente. La preoccupazione maggiore, dicono gli esperti dell’Istituto superiore di sanità (Iss), viene dalla variante “EG.5”, ribattezzata Eris. Secondo gli ultimi dati sanitari, questa ennesima variante del Covid sarebbe prevalente in Italia, rappresentando il 41,9% dei casi. L’Istituto sanitario, sottolinea però che, nonostante la rapida diffusione, “a oggi non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica” rispetto alle varianti già circolanti. Anche secondo il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, “l’attuale andamento clinico-epidemiologico non desta allarme, ma richiede attenzione e misure di prudenza”.
Le ultime rilevazioni segnalano un aumento dei casi nell’ultima settimana: nel periodo dal 31 agosto al 6 settembre. I contagi hanno raggiunto quota 21.316, registrando un +44% rispetto ai 14.866 di sette giorni prima. “L’infezione si mantiene bassa seppur in aumento da tre settimane”, si legge nel bollettino dell’Iss. A salire è anche il numero di decessi: 94 morti (+45%), contro i 65 del monitoraggio precedente. Cresce il tasso di positività, a fronte di un incremento dei tamponi: nell’ultima settimana sono stati effettuati 168.704 test, con un tasso di positività del 12,6%. Dal 24 al 30 agosto, i tamponi eseguiti erano 142.118, di cui positivi il 10,5%. Un lieve aumento riguarda anche l’incidenza: 31 casi ogni 100mila abitanti, contro i 24 dei sette giorni precedenti. A seconda della regione, però, il dato varia, passando dai 53 contagi ogni 100mila abitanti della Sardegna ai soli 8 della Basilicata. Il trend risulta in crescita anche in termini di ricoveri. I pazienti attualmente in area medica sono 1.872, con il 3% dei posti letto occupati, mentre la terapia intensiva è impegnata allo 0,6% (49 ricoverati). Le percentuali di occupazione della settimana precedente erano rispettivamente 2,7% e 0,4%.
Per prevenire e impedire che il Covid torni a essere quello che è stato, il ministero della Salute ha emesso una circolare che detta le regole di prevenzione e spiega l’uso dei temponi. Come si legge nella circolare, i tamponi ritornano obbligatori per le persone, anche asintomatiche, che devono essere ricoverate o trasferite in strutture come RSA o reparti con pazienti fragili. Si dovranno sottoporre a test Covid anche gli ospiti di residenze socio-sanitarie in cui siano presenti soggetti a rischio. Nei pronto-soccorso, invece, i tamponi tornano obbligatori solo per i sintomatici. In questi casi, la circolare ritiene opportuna l’effettuazione di esami aggiuntivi per altri virus respiratori. Test Covid necessari anche per pazienti che, a prescindere da eventuali sintomi, siano stati a stretto contatto con positivi accertati negli ultimi 5 giorni.
LE DONNA, VITTIME DI UNA VIOLENZA SENZA CONFINI. L’ondata emotiva innescata dall’ultimo atroce femminicidio, quello della mamma siciliana 39enne Marisa Leo, scuote la politica, intenzionata ora a irrobustire la barriera normativa che protegge le donne da episodi di violenza. Si tratta del 79esimo caso dall’inizio dell’anno, su 227 omicidi, con dati che mantengono l’Italia nei primi 5 Paesi europei per numero di episodi. Così, ieri, ha scosso le coscienze l’accorato messaggio con cui il presidente della Repubblica è intervenuto sul tema. “Non c’è libertà, oggi, quando una persona è vittima di molestie e violenze fisiche o morali – ha scritto Sergio Mattarella sul “Corriere della Sera” -; la violenza contro le donne in Italia, in questi ultimi mesi, ha continuato a manifestarsi con numerosi casi di assassinio e di stupro… Questa intollerabile barbarie sociale, richiede un’azione più consapevole di severa prevenzione, concreta e costante, alla quale va affiancato, nell’intera società, un impegno educativo e culturale contro mentalità distorte e una miserabile concezione dei rapporti tra donna e uomo