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Il disagio giovanile non lo cura la legge ma l’educazione

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il decreto recante “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile”. Si tratta di un provvedimento sul quale, dopo i fatti di Caivano e Palermo, l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica resta altissima. Numerosissime le misure approvate, sia sul piano economico che su quello connesso alla legalità. La premier Meloni ha parlato della necessità di una stretta sulla criminalità minorile. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha confermato che non sono stati abbassati i limiti di età per l’imputabilità. “Abbiamo cercato di coniugare la necessità della repressione della delinquenza minorile con l’altrettanta necessità di consentire ai minori che hanno commesso dei crimini di poter trovare un percorso anche rieducativo. E siamo intervenuti in questo senso anche nei confronti dei genitori”. Da qui la decisione di usare la segnalazione da parte di un pm al procuratore per i minorenni che un ragazzo è coinvolto in un’associazione a delinquere di stampo mafioso o per traffico di stupefacenti, “non necessariamente come autore del reato”, per dare inizio alla pratica che prevede la perdita della potestà genitoriale”. Nella linea che riguarda la tutela del minore è stata rafforzata la sanzione per i genitori che non fanno andare i figli a scuola o li ritirano anzitempo. Questo reato di dispersione assoluta fino a ieri era punito con una sanzione, ha spiegato il Governo “noi lo abbiamo elevato a rango di delitto con la pena della reclusione fino a 2 anni. Devono esistete i presupposti ma crediamo che indirettamente venga aiutato il minore nel suo percorso di educazione”. Altre drastiche misure sono state ipotizzate per introdurre norme che favoriscano una stretta all’accesso a siti web pornografici. La ministra per le Pari Opportunità Eugenia Roccella, parlando delle app di parentel control ha detto che il sistema deve diventare in prospettiva un controllo automatico, offerto in tutti gli utenti, un’icona immediatamente riconoscibile, come i seggiolini che hanno l’allarme incorporato”. Altre norme riguardano la scuola di Caviano, tra le più disastrate, i docenti che operano in scuole di frontiera e quelli che operano in zone a rischio.

Per la cultura, che a parole sembra essere il più forte antidoto contro il degrado dei territori e la povertà educativa, l’azione che il governo intende sostenere, riguarda il pieno ripristino della legalità e della presenza dello Stato ma anche l’affermazione di una cultura diffusa che offra ai giovani opportunità di vita e modelli positivi. Per dare corso alla riqualificazione del comune di Caviano, il governo ha nominato commissario Fabio Ciciliano.

Il Governo ha anche approvato il decreto per il Sud, che ruota intorno a cinque punti cardine che vedono, su tutti, lo stanziamento di 45 milioni di euro per l’isola di Lampedusa e la creazione, da gennaio 2024 di un’unica Zes (zona economica speciale) per il Mezzogiorno che andrà a sostituire le attuali otto.

Ovviamente i provvedimenti riguardanti i minori hanno fatto scalpore e suscitato allarme. Toccherà ai giudici e agli esperti decifrare le norme e dire se sono consone, applicabili e utili. Per il momento sembrano un assurdo modo di affrontare problemi che ben prima della penna dovrebbero essere alimentati da vera e proficua educazione civile. E poco importa se il governo si dice fiero di aver fatto la propria parte, soprattutto perché una parte siffatta non è certo compatibile con l’idea educante che dovrebbe sovrintedere ogni azione rivolta ai minori, chiunque essi siano. i dettati

CHIAMATE FASTIDIOSE Nonostante l’introduzione del registro delle opposizioni anche per i numeri di cellulare, le telefonate spam non diminuiscono. Un recente sondaggio, promosso da un’azienda che si occupa anche di sicurezza informatica, svela infatti che ogni italiano riceve 1,8 chiamate/telefonate fastidiose ogni giorno, per un totale di 657 all’anno. Il 30% delle persone che l’azienda ha intervistato in Italia ammette di conoscere almeno un individuo che è stato truffato in questo modo, anche grazie alla diffusione dei numeri di telefono al di fuori dei circuiti legali. Secondo le stime degli esperti, sarebbero più di 1 miliardo i numeri di cellulare nella disponibilità di hacker e organizzazioni criminali. E mentre molti addetti al telemarketing raccolgono informazioni sui propri clienti attraverso moduli di contatto o fornitori terzi, i truffatori di professione fanno riferimento al “mercato nero” diffuso sul cosiddetto “dark web”, alla ricerca di informazioni sensibili ovviamente al giusto prezzo. Tra gli approcci usati dai truffatori, figurano il phishing o lo smishing, che immancabilmente scattano dopo aver ricevuto la telefonata da un hacker. Durante un attacco phishing, la vittima viene contattata via email. Nel caso dello smishing, invece, la comunicazione avviene via sms. Nel caso in cui si abbia risposto a una chiamata per poi capire che si trattava di una truffa, la cosa migliore è mettere giù immediatamente. Non ha molto senso continuare a parlare con un truffatore, perché il suo obiettivo finale è sempre quello di sottrarre informazioni”.

NONOSTANTE TUTTO I RUSSI VANNO AL CINEMA Film americani sì, purché non diano troppo nell’occhio e circolino “mimetizzati”. Se poi si riesce a mettere anche in ridicolo l’eterno nemico, tanto meglio. Il regime di Vladimir Putin ha portato il Paese in guerra contro una parte di mondo ma per non fare sentire i russi troppo isolati mette adesso in gioco una massiccia dose di ipocrisia. Così da ieri, in Russia è possibile vedere il nuovo capolavoro di Christopher Nolan, “Oppenheimer”. E il 16 settembre sarà la volta di “Barbie”, campione di incassi a livello mondiale ispirato alla celeberrima bambola americana (che in Unione Sovietica arrivò in ritardo di decenni, come del resto molte altre cose). Due prodotti americani che più americani non si può.

Ebbene: ai due film sono stati cambiati i titoli: misura necessaria perché non vengono distribuiti attraverso i canali ufficiali approvati dal ministero della Cultura. Certo, però, che potevano trovare alternative più diplomatiche. “Oppenheimer” nella versione russa diventa “Dudak”, un termine molto difficile da tradurre, perché gergale, ma che sta a indicare una persona fredda e insensibile, con buona pace di tutti i sensi di colpa che si fa il protagonista nella pellicola di Nolan. A Barbie non è andata molto meglio. In Russia si chiamerà “Bystrye svidanija”, ossia “speed dating”, incontri veloci, dove ci si può fare solo un’idea superficiale delle persone, con la povera Barbie destinata a rimanere nell’immaginario collettivo russo come un’oca. Più che lecito domandarsi come verranno tradotti i dialoghi. Intanto, è certo che le pellicole saranno distribuite in diverse città russe.

A Mosca saranno proiettate dal cinema Raduga, che significa arcobaleno e si trova in un quartiere nel sud della capitale. Ma secondo il sito di informazione Meduza, il film sarebbe già stato prenotato dalla regale San Pietroburgo fino alla decisamente periferica Ulan Ude, a un passo dal confine con la Mongolia. E il governo? Chiude un occhio. Ufficialmente sul biglietto risulta un nome diverso rispetto a quello ufficiale e inoltre, prima della proiezione, il pubblico viene “omaggiato” (quindi deve sorbirsi) un cortometraggio di produzione nazionale, magari di quelli sul senso della patria che piacciono tanto a Putin. In ogni caso, almeno secondo i capi, le due pellicole sono dannose, perché “non soddisfano gli scopi e gli obiettivi di preservare i valori spirituali e morali tradizionali russi”.

(A cura di LUCIANO COSTA)

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