Generazioni di ex alunni e alunni si sono ritrovate ieri pomeriggio per dare l’ultimo saluto a fratel Lidio Fiocco, morto all’età di 92 anni, proprio nel giorno in cui la Congregazione alla quale aveva chiesto di accoglierlo salutava il 134mo anniversario della fondazione degli “Artigianelli”. Umile e ricco soltanto di semplicità e amorevole disponibilità a fare sempre e bene per gli altri, fratel Fiocco è stato dal 1953 al 2012 assistente dei ragazzi, manutentore di ogni apparato in uso nella scuola e nella comunità, conoscitore di tutti i segreti e i bisogni della Casa della grande famiglia di Padre Piamarta, custode attento e premuroso di ciò che san Giovanni Battista Piamarta aveva lasciato all’ombra degli Artigianelli, amico vero dei ragazzi che nella scuola piamartina cercavano, oltre al sapere anche tutto ciò che li avrebbe resi capaci di bussare al mondo del lavoro con qualche probabilità di essere protagonisti del loro futuro. Fratel Fiocco non aveva un ufficio e neppure un posto dove cercarlo, semplicemente era ovunque e di tutti. Lo stanzone attrezzato per soddisfare la fame e la sete degli allievi, quello comunemente chiamato bar-ritrovo, che lui sovrintendeva con passione e rigore, era il punto d’incontro quotidiano. In quel bar, per 69 anni, vale a dire dal 1953 al 2012, fratel Fiocco ha accolto, ascoltato, guidato, rimproverato e anche lodato mille e mille ragazzi in cerca di fortuna e di un titolo di studio. Tutti lo cercavano chiamandolo sempre e solo Fiocco: di neve, di cotone, di burro, di soffice zucchero filato. Lui accettava e sorrideva, perché in fondo, qualunque fosse il pensiero dei ragazzi nei suoi confronti era “un buon pensiero”.
Nato a Roma l’11 settembre 1928, dall’autorità anagrafica gli fu imposto il nome di Lidio: Lidio Fiocco, ma forse anche il cognome era provvisorio dato che lui non ebbe mai il bene di conoscere i suoi genitori. Crebbe tra le strade e le periferie di Roma, non frequentò nessuna scuola, visse infanzia e giovinezza nel mondo della pastorizia. Poi, per caso e fortuna, arrivò a Brescia e venne accolto dai padri Piamartini. Tre anni dopo, nel 1953, fece la sua prima professione e il 1 ottobre 1956 quella perpetua, che gli riconosceva il titolo di fratello, religioso della Congregazione. Da allora è stato di tutti. E per tutti solo fratel Fiocco, primo alla preghiera e ultimo a lasciare il lavoro, sempre disponibile a fare per il bene del prossimo, ubbidiente a ogni incarico, esempio di umiltà e di carità. Così fin quando la malattia lo obbliga ad accettare un posto nella Comunità Santa Famiglia che lascia soltanto per raggiungere, causa virus, l’ospedale di Gussago.
Un ex alunno divenuto insegnante, per salutarlo, ha scritto che “il buon Fiocco era romano, ma sapeva fare tutto come un veneto. I ragazzi lo canzonavano e lui batteva sul bancone il manico della scopa senza sfiorare mai nessuno. Una vita, la sua, di sacrificio e di umiltà. Certamente in Cielo volerà in alto”. Dettando l’omelia funebre, il Superiore generale della Congregazione Piamartina, padre Giancarlo Caprini, ha chiesto ai presenti di collocare fratel Lidio Fiocco tra coloro che meritano ricordo e rispetto. “Egli infatti – ha detto – è stato un buon cristiano, un ottimo Piamartino, un uomo di grande generosità e di immensa misericordia”. Ti sia lieve la terra, amico Fiocco! E sia felice il cielo destinato a ospitarti.
LUCIANO COSTA