Attualità

Il labirinto dei vaccini

“Si esce dalla pandemia soltanto con i vaccini, vaccinando tutti, mettendo chiunque nella condizione di non nuocere a sé e agli altri”. Lo dicono gli scienziati, lo ripetono i tecnici, lo predicano i politici e i governanti. Però, mancano i vaccini e le aziende che li producono non ce la fanno a soddisfare le richieste. L’impressione è che nonostante i pressanti richiami ad agire uniti per battere il virus, ognuno vada per suo conto. Quel che non c’è o non appare o non si vede, è un punto di riferimento comune. Insomma, troppi dicono, consigliano, decidono e cambiano carte già messe in tavola. Così c’è chi si vanta di essere primo per immunità e chi arranca anche solo nell’assicurare dosi di vaccino ai sanitari che dovrebbero poi occuparsi di vaccinare. Ci vorrebbe invece una entità di riferimento unica, autorevole e indiscussa; un’entità a cui far riferimento, capace di stabilire norme uguali per tutti; un’entità scientifica che anche sui vaccini dica parole chiare e risolutive.

Purtroppo, tale entità non esiste. Così i vaccini arrivano, partono, si fermano o rimandano il loro arrivo senza preavviso. A tutto questo si aggiungono, anche loro improvvise, le frenate imposte da questa o quella autorità sanitaria di fronte ai casi di reazione estrema e letale ai vaccini. E’ accaduto con il vaccino di AstraZeneca e sta accadendo con quello di Johnson & Johnson. Non si è trattato e non si tratta di numeri impressionanti (girano attorno a percentuali che abbisognano di molti zeri prima di arrivare a uno), ma basta questo per fermare la produzione in attesa di verifiche e del pronunciamento delle diverse autorità competenti. Eppure, basterebbe un’autorevole e unica Autorità, che supportata da scienziati ed esperti di grande esperienza, sarebbe nella condizione ideale per stabilire norme e comportamenti uguali per tutti. Magari anche di spiegare agli umani perché un vaccino viene messo in discussione, posto sotto esame, rimandato a successivi esami.

Così ieri, cercando di capir qualcosa di vaccini (di quelli ammessi oppure in dubbio o addirittura sospesi) mi so no ritrovato non in una selva oscura, che sarebbe bastata una torcia a pile o un fiammifero per veder dove stavo, ma al centro del labirinto, “in compagnia di altri, avvinghiati l’uno all’altro per non perdersi dentro all’impianto che Dedalo aveva costruito con l’intento di proteggere l’essere mostruoso dagli uomini e gli uomini dall’essere, un labirinto dal quale – come racconta Friedrich Durrenmatt nel suo straordinario e complesso Minotauro – dal quale nessuno, una volta entrato, avrebbe mai più trovato la via d’uscita, fatto di mille e poi mille pareti di specchi che rispecchiati in altri specchi, così che l’essere stava accovacciato non solo di fronte alla sua immagine, ma anche alle immagini dell’immagine sua: vedeva davanti a sé un’infinità di esseri identici a lui stesso, e quando si girò per non vederli gli apparve un’altra infinità di esseri identici a lui stesso…”. Se vi sembra complicato, avete ragione. Però, se dentro e intorno, o davanti allo specchio e agli specchi che riflettono e rimandano all’infinito la medesima immagine mettete l’ondata di virus che da quattordici mesi assilla i giorni, le ore e i minuti di noi poveri umani, son sicuro che avrete la mia stessa impressione: l’essere che Dedalo chiamava Minotuaro è lo stesso che noi chiamiamo Covid. Entrambi generano sconcerto, paure, disperazione e lutti; tutti e due sono mostri che aspettano un prode Vaccino che, come fece Teseo col Minotauro, li sconfigga.

Fuor di metafora, quel che serve adesso per uscire dalla pandemia è soltanto chiarezza. Su 272 vaccini tentati, cioè predisposti per l’uso ma non confermati come utili, soltanto quattro – AstraZeneca Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson – sono stati accettati e riconosciuti idonei all’uso. Tutti gli altri sono rimasti in sospeso. Poi, ci sarebbero quelli non ancora riconosciuti in Europa ma in libera circolazione altrove, tipo il russo Sputnik (piace tanto a certi frettolosi Presidenti di Regione e un po’ meno alle autorità sanitarie, che vorrebbero lumi e conferme prima di accettarlo come soluzione aggiuntiva). Ci sarebbe anche il vaccino prodotto in Cina, ma l’ultima notizia che lo riguarda dice che, per ammissione delle stesse autorità cinesi “è meno efficace del previsto”. Per un vaccino italiano, che pure è previsto e anche annunciato, bisognerà attendere la fine dell’estate.

Per il presente, come sempre, si fa quel che si può. “Nella somministrazione del vaccino –ammettono al ministero – siamo in ritardo di un mese”. Colpa di nessuno, ma “la politica sanitaria messa in circolo dall’Europa è stata ed è a dir poco fallimentare”. Però, i Ventisette che compongono l’UE stanno cercando di riorganizzare le filiere produttive… Resta da vedere come e quando.

Per adesso nascono i centri vaccinali (alcuni all’avanguardia e di sicuro effetto) ai quali non consegue ancora la consegna di adeguati vaccini da somministrare. Però, assicurano i responsabili del servizio, di vaccini ne sono in arrivo tanti quanti ne servono. “Se sono rose fioriranno” dice il proverbio. E crederci, soprattutto adesso che il mese della fioritura è vicino, è obbligatorio.

LUCIANO COSTA

Altri articoli
Attualità

Potrebbero interessarti anche