Il saluto al Papa, ultimo atto da Presidente…

Una visita, un addio, forse un arrivederci senza avere le spalle gravate da incarichi. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla fine del suo mandato, fermo nel proposito di lasciare “perché la Costituzione vuole così e perché il Parlamento deve esercitare fino in fondo il suo dovere di Grande Elettore”, certo impressionato dalla forza con cui il popolo gli sta ancora chiedendo di restare “per il bene dell’Italia, perché il Paese ha bisogno di riporre la sua fiducia in mani salde e coraggiose”, non ha esitato a compiere uno degli ultimi atti ufficiali richiesti: la visita al Papa.

 

Consuetudine, ma anche testimonianza di una visione comune dei problemi e di impegni onorati con reciproca soddisfazione. I due si sono salutati e a lungo hanno parlato dell’Italia e del mondo. Di quest’Italia che forse sta vincendo la sua battaglia contro il virus, ma che ancora è sfiorata da dubbi e paure; quest’Italia che invoca buona politica e, invece, trova spesso politici litigiosi; quest’Italia che cresce economicamente ma che ancora deve fare i conti con sacche di povertà evidenti; quest’Italia che spera tempi migliori, che vorrebbe ancora Mattarella Presidente “perché nel gran marasma di nomi in circolazione non trova quello giusto a cui affidare il suo destino”. E poi del mondo: scosso da guerre, da carestie, malato, preoccupato di armarsi piuttosto che di coltivare pace e concordia; un mondo che non dovrebbe avere confini e che invece costruisce sempre nuovi confini; un mondo che possiede le capacità per dare a tutti un vaccino, ma che ancora ubbidisce alle logiche del mercato piuttosto che a quelle della compassione.

Oltre l’ufficialità, sono sicuro che papa Francesco ha riservato al Presidente più di una benedizione e di una preghiera. Dentro l’ufficialità, invece, tutto il resto. Al centro dei “cordiali colloqui in Segretaria di Stato – ha riferito la Stampa vaticana – è stata espressa soddisfazione per le buone relazioni intercorrenti tra la Santa Sede e l’Italia, e ci si è soffermati su alcune questioni relative alla situazione sociale italiana, con particolare riferimento ai problemi della pandemia e alla campagna di vaccinazione in atto, alla famiglia, al fenomeno demografico e all’educazione dei giovani”. In esame anche temi internazionali, con “speciale attenzione al Continente africano, alle migrazioni e al futuro e ai valori della democrazia in Europa”. L’udienza tra il Papa e il capo dello Stato italiano è stata caratterizzata anche dal tradizionale scambio di doni.

Ma quello di ieri è stato solo uno dei tanti incontri tra Mattarella e il Pontefice: basti citare il primo, avvenuto 1l 18 aprile 2015 in Vaticano,  in cui Italia e Santa Sede “confermano la volontà di proseguire la fattiva collaborazione a livello bilaterale e nel contesto della comunità internazionale, soprattutto a riguardo della promozione e della tutela della libertà religiosa e della dignità della persona umana” e si esprime apprezzamento anche per “la cooperazione della Chiesa cattolica per alleviare le situazioni di disagio che caratterizzano alcuni ambiti della società”. L’incontro di quel giorno viene seguito, due anni dopo, dalla visita di Francesco al Quirinale, avvenuta il 10 giugno 2017: in quell’occasione, il capo dello Stato italiano sottolineava “il valido e utile sostegno della Chiesa” in questioni cruciali, come il lavoro per i giovani, le politiche per la famiglia e le sfide delle migrazioni e del terrorismo. “La reciproca autonomia – diceva Mattarella – non fa venir meno, ma esalta la comune responsabilità per l’essere umano concreto e per le esigenze spirituali e materiali della comunità”.

Nel 2020, invece, sono da ricordare in particolare due incontri tra Francesco e Mattarella: quello avvenuto a Bari il 23 febbraio, in occasione della Messa conclusiva dell’evento “Mediterraneo frontiera di pace”, organizzato dalla Conferenza episcopale italiana; e l’incontro internazionale di preghiera per la pace, svoltosi il 20 ottobre in Piazza del Campidoglio, su iniziativa della Comunità di Sant’Egidio. In quell’occasione, esprimendo orgoglio nel vedere l’Italia “crocevia di dialogo e pace”, il presidente parla del bisogno di fraternità globale, lanciando un importante appello, affinché “le cure e i vaccini che la scienza potrà offrirci siano resi disponibili per tutti, in tutto il mondo”.

Sempre nel 2020, anno segnato dalla pandemia da Covid-19, Mattarella inviava un sentito messaggio a Francesco il 19 marzo, in occasione del settimo anniversario dell’inizio del Pontificato. “L’Italia, oggi impegnata a fronteggiare circostanze eccezionali, sa di poter guardare sempre con fiducia e gratitudine alla sollecitudine particolare del Papa”, scriveva il capo dello Stato, rimarcando gli appelli di Francesco al dialogo, alla solidarietà fra i popoli ed a rifuggire dalla cultura dello scarto.

Vicinanza e consonanza si leggono anche nei numerosi telegrammi scambiati, nel corso di questi anni, tra il presidente italiano e il Pontefice, per lo più in occasione dei viaggi apostolici internazionali di Francesco. Nel più recente, inviato il 6 dicembre al rientro del Papa dalla Grecia, Mattarella definisce “instancabile” l’incoraggiamento offerto da Francesco a “rafforzare il dialogo, la coesione e la concordia, elementi tutti imprescindibili per uno sviluppo autenticamente umano dei Paesi del Mediterraneo”. Particolarmente affettuoso, infine, l’augurio di pronta guarigione inviato dal capo dello Stato al Pontefice il 4 luglio scorso, giorno in cui Francesco viene ricoverato al Policlinico Gemelli per un intervento chirurgico. In quegli stessi giorni, Mattarella è in Francia per una visita di Stato, ma anche da Parigi non fa mancare la sua vicinanza a Francesco e, a nome di tutti gli italiani, gli invia “i più cordiali auguri di buona convalescenza e ancor migliore e pronta guarigione”.

L. C.

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