Forse ha ragione chi sostiene che se fossimo davvero persone fatte per vivere e godere la terra e tutto ciò che essa contiene alla pari, cioè senza un più di qua e un meno di là, senza stupide differenziazioni, senza pretendere che una parte (questa o quella) possa dominare l’altra, facendo in modo che lei e lui abbiano dignità e opportunità uguali in qualunque campo o avventura decidano di incamminarsi, insomma che se fossimo tutto questo non ci sarebbe certo la necessità di stabilire che un giorno, un solo giorno nell’anno, diventi festa (ieri della donna, domani del papà, post-domani della mamma, poi dei nonni e via così fino ad abbracciare ogni figura del genere umano) per celebrare il prescelto o la prescelta e il suo corrispondente diritto di essere importante: ovunque sia e qualunque sia la sua voglia di mostrarsi. Invece, come ben si sa, proprio perché incapaci di essere insieme, ciascuno per quel che è, ecco che questa o quella festa viene a ricordarci quel che è meglio fare per assicurare alle persone messe al centro dei festeggiati quel valore che già possiedono in quanto cittadini/cittadine del mondo.
Così la festa della donna, celebrata l’altro ieri nel mondo intero, ha accumulato montagne di parole-immagini-pagine-commenti-accuse-rivendicazioni-oblazioni-fiori e medaglie, tutto per sottolineare come la donna sia importante-insostituibile-benedetta-benvoluta-gradita-attesa-desiderata e per ribadire che se non ci fosse bisognerebbe inventarla. Ma, davvero, tutto il mondo ha reso sincero omaggio alla donna? Il dubbio m’è sorto leggendo stanotte quel hanno scritto i Taleban in occasione dell’8 marzo, festa internazionale della donna. Costoro, con assai scarso riguardo all’evidenza che ogni giorno racconta i loro misfatti nei confronti del genere femminile, parlano di uomini e donne considerati come “due ali della società”, di proibizione del matrimonio forzato delle vedove e del maltrattamento nei loro confronti; di ambiente educativo, lavoro e affari affinché le donne “contribuiscano al progresso della società”…
Se solo fosse vera almeno una parte di quanto affermato – ha commentato ieri “Avvenire” -, non ci sarebbero più cronache di donne afghane che si danno fuoco, auto-immolandosi per disperazione, perché seviziate dai familiari, vendute e scambiate tra famiglie come merci, costrette a studiare nelle “scuole clandestine” al prezzo di enormi rischi in quanto espulse dal sistema scolastico (se così si può chiamare una scuola ridotta all’insegnamento religioso) dall’età di 12-13 anni, costrette a lasciare il lavoro (tranne eccezioni in campo sanitario) e, di fatto, espulse dalla società e recluse in casa”. Invece, ogni giorno le cronache raccontano il contrario… Una cosa vera però c’è, in questa dichiarazione talebanica di “auguri”: le donne afghane sono davvero “dignitose e sofferenti”. Ed è sofferente gran parte della popolazione dell’autoproclamato Emirato islamico. Basta leggere il messaggio pubblicato ieri su “Tra.af Radio Television of Afghanistan” e segnalato con coraggio degno di nota dalla Ong “Nove”. Pubblicato ieri dal quotidiano “Avvenire”, oggi lo riprendo e lo pubblico in questo piccolo spazio di pensieri pensati. Lo pubblico integralmente. Chi legge giudichi da solo. Eccolo…
“Maulawi Abdul Kabir, Deputato Politico del Ministero dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, in nome di Allah, il Misericordioso, il Misericordiosissimo, Dio Onnipotente ha detto: Mi congratulo con tutte le donne fedeli, dignitose e sofferenti dell’Afghanistan.
In diversi periodi della storia, le donne musulmane del mondo, in particolare le donne afghane, hanno svolto un ruolo influente. Hanno svolto un ruolo significativo in varie battaglie, nella diffusione dell’istruzione e persino nella vittoria del jihad ventennale. La benedetta religione dell’Islam vede uomini e donne con lo stesso occhio, considera entrambi come due ali della società. Rispettano la dignità delle donne e invitano tutti a rispettarle e trattarle bene.
L’Emirato islamico concede diritti speciali alle donne e le rispetta alla luce delle sentenze e delle linee guida islamiche. L’Emirato islamico non vuole ingannare le donne con slogan vuoti e promesse ingiustificate, come in passato, e usarle come strumento per ottenere progetti e denaro. Piuttosto, l’Emirato islamico vuole proteggere la dignità e l’onore delle donne nel vero senso della parola, in modo che possano godere della felicità mondana e dell’aldilà. L’Emirato islamico proibisce severamente il matrimonio forzato delle vedove, il maltrattamento nei loro confronti, la punizione senza commettere peccato e simili atti illegali e oppressione delle donne. L’Emirato islamico cerca di fornire un ambiente educativo sicuro per le donne nella società, nonché lavoro e affari per loro, e cerca di far sì che le donne si vedano nel quadro dell’Islam e della cultura afgana in ogni campo e contribuiscano al progresso della società.
Alla fine, ancora una volta, mi congratulo con loro per l’onorevole, fedele e orgogliosa giornata della donna”.
Incredibile? No, vero. Vero frutto di menti bacate che mentono sapendo di mentire, senza vergogna e senza rispetto dell’altrui intelligenza.
LUCIANO COSTA