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La “pec” che turba le vacanze e l’88 che intristisce…

POSTA ELETTRONICA CERTIFICATAIn questi giorni avrete sentito parlare di obbligo di domicilio digitale per tutti i cittadini. Questa notizia si sta diffondendo a macchia d’olio e si parla anche di una data, quella del 6 luglio 2023, come possibile fonte di novità. Però, poco si sa e molto, invece, si dovrebbe sapere. Andiamo in ordine. Quindi, cominciamo a spiegare cosa è una Pece quale valore ha nei confronti della Pubblica amministrazione, ma anche nei confronti dei rapporti commerciali e no.

La Posta elettronica certificata – tradotta in “Pec” – ha avuto una sua evoluzione a partire dal Decreto Legge 179/2012, successivamente convertito in Legge (legge n. 221/2012). Da quel momento sono cambiate le regole di invio e ricezione delle care e oramai vecchie Raccomandate con Ricevuta di Ritorno (Raccomandata A/R). La Pec”, da quel momento, è diventata la sostituta della raccomandata mantenendo lo stesso valore legale. Per le imprese, o meglio per tutte le partite Iva e per tutti i professionisti iscritti a un albo o in Camera di Commercio, questa è diventata prima fondamentale e poi obbligatoria a partire dal 2020 (Art. 37 DL 76/2020), momento in cui non avere inserita la propria Pec” nell’Indice Nazionale degli Indirizzi Pec (Registro INI-Pec) è diventato un obbligo, che se non attuato passibile di sanzioni amministrative. La funzione della Pec è quella di certificare la data e l’ora, di spedizione e di consegna, senza dover aspettare la famosa ricevuta di ritorno.

Adesso si comincia a parlare di come sia “consigliato attivare una Pec anche per i privati cittadini”. Tutto questo a partire dal 6 luglio 2023, in attesa che venga introdotto l’Inad (Indice Nazionale dei Domicili Digitali). Quindi, stando così le cose, è bene che i privati cittadini comincino a organizzarsi al fine di dotarsi di un indirizzo Pec”. Secondo informazioni romane, infatti, c’è tempo fino al 30 novembre per creare un proprio indirizzo digitale. La Pec per tutti i privati cittadini, se tutto andrà per il verso giusto, servirà a ricevere gli atti notificati dalla Pubblica Amministrazione in forma cartacea oltre che digitale. Sarà un cammino lungo e tortuoso, ma converrà intraprenderlo. La mannaia della burocrazia, infatti, è pronta ad abbattersi su chiunque.

UN NUMERO CHE FA RAZZISMOIl numero 88 è stato cancellato-esiliato-soppresso, insomma “bandito” dai campi di calcio. Nella dichiarazione d’intenti per la lotta all’antisemitismo sottoscritta dal Ministero dell’Interno con il mondo del calcio, Ministero dello Sport e Federazione che di calcio si occupa, c’è infatti anche un paragrafo che riguarda questo numero.

Ma che colpe ha il numero 88? La risposta è delle più banali: è formato da due 8. Per capire il vero motivo da cui nasce il divieto bisogna però abbinarlo alla lettera dell’alfabeto italiano situata in ottava posizione, ovvero la H. 88 può infatti essere letto anche come HH, sigla che ricorda il saluto nazista racchiuso nel famigerato “Heil Hitler”. Tanto che l’88 viene spesso utilizzato dai gruppi neonazisti e ha fatto la sua apparizione anche negli stadi di calcio. Per esempio, nel marzo del 2023, durante il derby della capitale, un tifoso biancoceleste è comparso in tribuna Monte Mario dello stadio Olimpico indossando una maglia della Lazio con il numero 88 e il nome di un finto giocatore stampato sulle spalle: Hitlerson. E fu una provocazione poco gradita.

Il provvedimento anti-88 è inserito adesso in una campagna che prevede “il divieto dell’uso da parte delle tifoserie di simboli che possano richiamare il nazismo”. A questo si aggiunge “la responsabilità dei tesserati a tenere un linguaggio non discriminatorio in tutte le manifestazioni pubbliche”. Nella dichiarazione d’intenti è prevista anche l’interruzione delle partite qualora si verifichino cori, atti ed espressioni di stampo antisemita.

Tra i primi giocatori a finire nel mirino dell’opinione pubblica per aver scelto come numero di maglia l’88 c’è Gigi Buffon. Era l’estate del 2000 quando l’ex-portiere della Nazionale, che in quei momenti era tesserato del Parma, decise di farsi stampare sulla maglia il numero 88. Ci giocò solo una partita, perché, travolto dalle critiche, decise di cambiarlo con il 77. “Avevo scelto l’88 perché mi ricordava quattro palloni” spiegò, precisando di dissociarsi da qualsiasi forma di appoggio all’antisemitismo” E per evitare equivoci cambiò numero.

Oltre al Gigi nazionale, l’ormai “dannato e cancellato” numero 88 è stato utilizzato da diversi giocatori. Lo scelse il croato Mario Pasalic al suo approdo all’Atalanta dopo aver lasciato lo Spartak Mosca, finì sulle spalle del centrocampista argentino Diego Perotti nella sua avventura alla Salernitana. Un altro calciatore ad aver legato il suo nome a questo numero fu Marco Borriello, che scelse l’88 solo perché era l’anno di nascita di una ragazza che frequentava a quel tempo!

In ogni caso, d’ora in poi, di numeri “88” in libera uscita non se ne vedranno più.

(A cura di LUCIANO COSTA)

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