Venerdì 30 luglio, dopodomani, sarà la Giornata internazionale contro la Tratta di esseri umani, nuova occasione per guardare alla condizione di troppe persone – nel mondo una su tre di queste persone è minorenne – usate come merce, maltrattate, sfruttate, disprezzate, private della loro dignità. Tutto questo per accrescere la ricchezza di qualcuno. Nell’undicesima edizione del rapporto pubblicato da Save The Children, pubblicato ieri e intitolato “Piccoli Schiavi Invisibili – Fuori dall’ombra: le vite sospese dei figli delle vittime di sfruttamento”, le cifre e i riscontri sono a dir poco drammatici e coinvolgono non solo i Paesi cosiddetti terzi o quarti, quelli del sottosviluppo, ma anche quelli dello sviluppo arrembante, i cosiddetti ricchi, vere oasi di benessere. “Ci sono milioni di persone – ha scritto Marina Tomarro per Vatican news – prigioniere di trafficanti senza scrupoli, sfruttate in lavori umilianti o dal punto di vista sessuale, senza alcuna speranza di riscatto e di salvezza”.
Il Rapporto di Save The Children dice che nel mondo sono milioni i minori che vivono in situazioni drammatiche. E questa condizione è diventata ancora più umiliante a causa del Covid. Infatti, nelle fasi acute della pandemia, le misure di contenimento hanno lasciato senza scuola 1,6 miliardi di bambini e bambine, con la grave conseguenza di un forte aumento dell’abbandono dell’istruzione e un maggiore rischio di tratta e sfruttamento lavorativo o sessuale, di matrimoni forzati o gravidanze precoci, in particolare nei Paesi a più basso reddito. Secondo le stime evidenziate nel Rapporto, il solo sfruttamento lavorativo potrebbe inghiottire entro la fine del 2022 altri 8,9 milioni di bambini e adolescenti, più della metà sotto gli 11 anni.
Questa situazione così drammatica non risparmia neppure l’Italia. Save the Children ha intercettato, solo nel 2020, 683 nuove vittime, di cui 55 minorenni. Inoltre insieme all’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha scoperto che sono stati 127 i casi di minori sfruttati sul lavoro. Una situazione in realtà destinata a far emergere un fenomeno ancora sommerso. Infatti “oltre alla condizione di questi bambini – ha spiegato Antonella Inverno, una dirigente di Save The Children – si aggiunge anche quella di donne immigrate spesso giovanissime provenienti per la maggior parte dalla Nigeria o dall’Africa sub-shariana, sfruttate da trafficanti senza scrupoli dal punto di vista sessuale, usando come arma di ricatto proprio i loro figli, che a volte sono il frutto delle numerose violenze subite durante il drammatico viaggio per arrivare in Europa, e che a loro volta possono subire altre vessazioni”.
Nel Rapporto viene anche affrontato il tema delle gravi conseguenze per madri e bambini dello sfruttamento lavorativo in ambito agricolo, negli insediamenti isolati dai centri urbani e dai servizi. Infatti “oltre alle difficili condizioni di lavoro a cui sono sottoposte, le braccianti agricole sono esposte a diverse forme di violenza, abusi e molestie sui luoghi di lavoro: un fenomeno che colpisce soprattutto lavoratrici provenienti dall’est Europa, spesso sole con figli minori, sottoposte dagli sfruttatori al ricatto della perdita del lavoro, una minaccia che spesso fa leva proprio sulla presenza di figli”. Secondo il Rapporto la situazione di questi minori è peggiorata anche dalla dispersione scolastica che raggiunge picchi dell’80% a causa della distanza delle strutture scolastiche e dell’assenza di trasporti. Questo alimenta il rischio che al compimento di 12-13 anni questi ragazzi inizino a lavorare nei campi per paghe più basse rispetto a quelle degli adulti, e le minori possono essere coinvolte anche in forme di sfruttamento sessuale.
“Per riuscire a combattere questo fenomeno della tratta e dello sfruttamento – secondo l’organizzazione – è necessaria la collaborazione di più soggetti, perché è solo unendo le iniziative e gli sforzi che sarà possibile uscire da questa condizione”. Da parte sua Save The Children, insieme al Dipartimento Pari Opportunità italiano, ha attivato un progetto chiamato “Nuovo percorsi” che si si fa carico di questi nuclei famigliari così a rischio. Inoltre, in un momento in cui i trafficanti hanno iniziato ad adescare le vittime anche attraverso il digitale, si sta cercando di intervenire anche su questo aspetto. Quindi, diventa fondamentale stabilire un dialogo aperto e coraggioso con gli altri Paesi.
Trovare un accordo per la stesura di un “piano internazionale anti-tratta” che preveda linee specifiche di intervento sui minorenni e su famiglie con bambini molto piccoli è il primo e urgente passo da compiere. Ma se tutto rimane come è, che senso ha celebrare una Giornata internazionale contro la Tratta di esseri umani?
L. C.