Servirebbero parole chiare e non fumosi discorsi sul valore delle vaccinazioni. Invece, le ultime decisioni – liberi tutti e le mascherine solo se imposte dalle autorità locali – lasciano spazio a un fai da te che in molti, scienziati soprattutto, giudicano pericoloso. Che fare? Secondo gli esperti la vaccinazione è quel che serve. Poi, a seguire, servono comportamenti corretti e massima attenzione al modo di stare insieme. Insomma, prevenire e ancora prevenire è quel che si deve fare. Resta però il fatto di chi nel nuovo governo tende proprio a dare per scontato che la pandemia da Covid, dopo tre anni, è stata se non sconfitta almeno ridimensionata al ruolo di “normale” influenza stagionale.
Da quei quel “occorre evitare un approccio ideologico sulla pandemia” spiegato dal presidente del Consiglio illustrando il primo decreto del suo governo che, insieme ai provvedimenti in materia di giustizia ha modificato alcune norme sul contrasto al Covid, prevedendo in particolare “il rientro anticipato nei reparti dei medici e degli operatori sanitari che non hanno ottemperato all’obbligo vaccinale stabilito un anno e mezzo fa per queste particolari categorie di lavoratori”. E in effetti, ha scritto ieri Francesco Riccardi “soprattutto su una questione tanto importante quanto delicata come la tutela della salute pubblica, è fondamentale evitare approcci che siano dettati più da motivazioni politiche e di rappresentanza di specifici gruppi sociali, che non dalla difesa dell’interesse generale e dalla ricerca del bene comune.
Proprio per questo, però – aggiunge l’esperto – è lecito interrogarsi se non siano proprio le ultime decisioni a far trasparire un approccio ideologico. La cancellazione anticipata e immediata della sospensione di dottori, infermieri e operatori sanitari che hanno scelto di non vaccinarsi, infatti, comporta diversi rischi: oltre a quelli diretti riguardo alla salute loro e dei pazienti con i quali verranno a contatto, anche quello indiretto di lanciare messaggi sbagliati e pericolosi sull’efficacia dei vaccini stessi, sull’affidabilità del nostro sistema sanitario e sulla fiducia da nutrire verso le raccomandazioni che ci vengono dal mondo medico e scientifico”.
Se questo è vero, come è possibile accettare per buona la critica rivolta da Giorgia Meloni ai Governi precedenti? “Quello che contesto della gestione precedente (della pandemia) è che ci sono stati un’infinità di provvedimenti presi dai governi, che non avevano alla base alcuna evidenza scientifica”, ha detto la Premier. In questo modo ha però sposato quelle teorie secondo cui “i vaccini non avrebbero mai protetto dall’infezione da Sars-CoV-2, riconoscendone a denti stretti solo un’efficacia limitata nel prevenire l’insorgenza della malattia grave”. Ragion per cui, sempre si voglia dar credito alle sue teorie “non sarebbe giustificato alcun obbligo vaccinale, visto che il vaccinato e il non vaccinato avrebbero avuto la stessa probabilità di contrarre l’infezione e di trasmetterla”.
Secondo gli esperti “non è affatto così”. Infatti “diversi studi scientifici hanno dimostrato che i non-vaccinati avevano da 10 a 4 volte maggiore possibilità di ammalarsi (e quindi di trasmettere l’infezione) rispetto ai vaccinati, almeno fintanto che il virus circolava nella sua “forma” originaria e nelle prime “versioni” successive. Solo dopo il dilagare della variante Omicron, meno letale ma assai più infettiva, questa differenza si è notevolmente ridotta fino a qualche frazione di punto”.
Francesco Riccardi scrive che “le decisioni politiche sull’obbligo vaccinale furono assunte sulla base di quelle che allora erano le evidenze scientifiche, non per motivi ideologici, ma per difendere la salute anzitutto del personale sanitario – di gran lunga il più esposto alle infezioni – e delle persone, pazienti con le più diverse patologie, che venivano in contatto con loro. I vaccini anti-Covid – dicono le ultime ricerche – hanno salvato almeno 20 milioni di vite nel mondo, probabilmente decine di migliaia in Italia, e restano in generale l’arma più efficace di contrasto a molte malattie. Fatte salve la libertà di pensiero e quella di ricerca (secondo precise regole) che un medico non creda alla validità dei vaccini in generale, o di questi in particolare, contro tutti i protocolli e le evidenze finora emerse risulta stupefacente e anche piuttosto grave. Così come grave appare che una categoria così importante di operatori del sistema pubblico non intenda ottemperare a una precisa disposizione di legge”.
Tutto questo, per di più, fa già oggi emergere un primo evidente paradosso: a meno di correzioni del testo del decreto, infatti, sino a fine anno negli ospedali e nelle Rsa potranno lavorare tranquillamente operatori sanitari non vaccinati, a stretto contatto quotidiano con anziani e persone malate, mentre a parenti e visitatori dei ricoverati verrà ancora richiesto il green pass con certificata la vaccinazione, o un tampone negativo, per poter entrare. Soprattutto, “appare paradossale questa sorta di “amnistia” generalizzata, questa specie di “condono” degli obblighi sanitari e di legge, proprio mentre il nuovo governo inasprisce le norme sui raduni giovanili – forse anche oltre i rave party – giustificando la scelta con la necessaria salvaguardia della salute dei ragazzi stessi e con il doveroso rispetto delle regole dello Stato. Princìpi giusti, persino sacrosanti, ma applicati con modalità e intensità differenti a seconda di chi siano gli interessati e di quali gruppi sociali si intenda anzitutto rappresentare. Non sarà, proprio questo, un rischioso criterio ideologico?”.
Resta aperto il capitolo relativo a ciò che la gente normale deve fare. “Non si tratta di lasciar aperto questo o quel capitolo – ha spiegato ieri un valente medico, uno di quelli che ha lottato contro il Covid fin dall’inizio -, ma di fare quel che la scienza suggerisce. Vale a dire: prima vaccinarsi, per sé e per chi ci è vicino, poi disquisire sulle teorie del liberi tutti, del parzialmente liberi o del per niente liberi, almeno di fronte a un morbo che c’è ancora e che purtroppo non guarda in faccia a nessuno: colpisce e disarciona qualsiasi ottimistica visione. Quindi, poche chiacchiere e molta attenzione ai suggerimenti di chi davvero se ne intende.
LUCIANO COSTA