Putin, un pazzo che crede di stare nel giusto…

Uno contro tutti, uno solo al comando, uno soltanto a dettare leggi e comportamenti, uno solo a volere e a fare la guerra, uno solo che, alla fine, questa sporca guerra la perderà, uno soltanto che alla fine dovrà rispondere al mondo intero di ciò che ha fatto. Si chiama Putin costui, ma al solo nominarlo mi colgono brividi di paura. Ieri ha mandato i suoi al tavolo della trattiva con i pari grado dell’Ucraina e il buon senso se non proprio la buona politica avrebbe suggerito che tutt’attorno tacessero le armi. Invece, il supponente zar che si crede unico e invincibile, ha imposto il suo orrendo grido di battaglia: “Avanti, avanti, nessuna sosta, nessuna pietà”. In un salone abbellito per l’occasione si parlava di pace, di corridoi umanitari da istituire immediatamente, di una tregua ai combattimenti, di necessità di curare i feriti e di dare almeno pane e acqua alla gente; appena fuori da quel palcoscenico c’erano le grida degli sfollati, il rumore dei loro passi, il pianto dei bambini, i sospiri dei vecchi, le lacrime di mamme e spose, lo smarrimento di ragazzi e giovanissimi ai quali la guerra ha rubato sogni e speranze. Dentro quel dramma tante voci per dire “basta, deponente le armi, imbracciate fiori e costruite sentieri di pace autentica”. E poi, preghiere al proprio Dio, perché illuminasse le menti e favorisse il bene della concordia; e accanto alle preghiere, le invocazioni e le esortazioni a fermarsi per ragionare, costruire ponti e trovare quei sentieri di pace sconvolti dalle bombe ma ancora visibili; e al di sopra delle grida l’appello inviato da un vescovo polacco a Kirill, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, massima autorità religiosa riconosciuta che dice: “Ti prego, Fratello, di fare appello a Vladimir Putin, affinché termini l’insensata lotta col popolo ucraino, nella quale stanno morendo persone innocenti, e la sofferenza non riguarda solo i militari, ma anche le persone civili, soprattutto donne e bambini”.

Nel tardo pomeriggio di ieri si è concluso il secondo round di colloqui negoziali tra la delegazione russa e quella ucraina a Belovezhskaya Pushcha, nella regione bielorussa di Brest. Russia e Ucraina hanno raggiunto un’intesa sulla creazione di corridoi umanitari, ma gli obiettivi delle operazioni militari in Ucraina saranno completati “in ogni caso”: questo ha fatto sapere il Cremlino mettendo in chiaro che l’obiettivo di Putin è di “prendere il controllo di tutta l’Ucraina”. Tutto questo mentre più di un milione di profughi cerca aiuto nei Paesi vicini e amici. Tra questo popolo in fuga spiccano bambini – “oltre cinquecentomila per adesso” dicono i responsabili dell’assistenza -, innocenti vittime della barbarie, bimbi costretti a scappare dalla guerra, esposti al rischio di fame, malattie e abusi. Per questo popolo in fuga c’è da ieri la protezione garantita dal Consiglio Affari Interni della Ue sull’applicazione della direttiva per la protezione temporanea “per chi fugge dalla guerra in Ucraina”. Verrà consentita anche la protezione temporanea agli ucraini e ai soggetti non ucraini che risiedono in quel territorio con la possibilità, per questi ultimi, di avere anche un altro tipo di protezione, quello stabilito a livello nazionale purché in linea con le norme di carattere europeo. Una precisazione necessaria, soprattutto dopo che alcuni Paesi avevano chiesto di distinguere tra profugo e profugo: gli ucraini da una parte, gli altri dall’altra. Come se fosse possibile, in un dramma comune, distinguere chi e come fosse più profugo di un altro.

Nella notte, la notizia di bombe e missili caduto nei pressi della più grande centrale nucleare del paese ha fatto scattare l’allarme generale. “Se scoppia questa centrale – detto un esperto -, il disastro supererà di gran lunga quello causato dalla centrale di Chernobyl”. Sempre nella notte è stato confermato lo sbarco imminente delle truppe russe a Odessa, porto sul mar Nero. Ancora una volta, amarissima, si è alzata la voce del presidente dell’Ucraina Zelensky per gridare a Putin e a chi sostiene il suo folle disegno che lui e il suo popolo sono pronti al sacrificio estremo. “Non abbiamo altro da perdere se non la nostra libertà” ha gridato il presidente. ”La Russia – ha aggiunto – risarcirà l’Ucraina per tutti i danni provocati durante la brutale guerra voluta da Putin. Mosca dovrà imparare la parola riparazione…”.

Chi sia Putin è già stato detto. Però, ogni giorno che passa, al triste ritratto si aggiungono particolari preoccupanti. Raccogliendo le definizioni offerte da vari giornali, Umberto Folena sottolinea che la descrizione di Putin più efficace del momento è quella che lo disegna come “uomo che non ha sguardo; ha degli occhi, ma non ha sguardo, o se ha uno sguardo è uno sguardo di ghiaccio, privo di qualsiasi espressione”. Dell’uomo senza sguardo scrive anche Hélène Carrère sul “Corriere della sera”. “Bisognerebbe esaminare i suoi gesti – sottolinea -, sarei curiosa di sapere che cosa ne pensano gli esperti, i medici… Insisto sulla questione psicologica, sulla regressione”. Dello stesso parere è Michele Brambilla, che sul “Quotidiano nazionale” scrive: “Putin sembra impazzito”.

Sulla “Repubblica”, Franceschini e Mastrolilli, citando un’autorevole fonte russa, scrivono che “la sua mente è in stato così crepuscolare e la misantropia è diventata così intensa, che nulla si può escludere…”. Un esperto americano ha dichiarato di ritenere Putin “instabile” e di essere “preoccupato per la sua lucidità mentale e il suo equilibrio”. Però, dall’altra sponda, il giornalista russo intervistato da Michela A. G. Iaccarino per il “Fatto”, afferma: “Non direi che è impazzito, ma è convinto di essere nel giusto». Ma chi scatena la guerra, chiosa Umberto Folena, non è mai nel giusto.

LUCIANO COSTA

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