Sei persone, anziane vecchie forse ammalate comunque impossibilitate a vivere in maniera autonoma, sono morte stanotte a Milano, in una casa di riposo di proprietà del Comune, per un incendio scoppiato improvvisamente, senza cause apparenti, o forse perché in quel primo piano qualcosa non ha funzionato, magari il sistema di assistenza e cura, che dovrebbe avere occhi e orecchie aperte senza soluzione di continuità. Sei persone morte, altre dieci ferite e quaranta intossicate…
Una mia vecchia amica milanese, telefonandomi stamani all’alba per sottolineare le sue rinnovate paure di ospite fissa di una struttura di riposo per anziani, mi ha anche dipinto la situazione degli anziani ospiti come lei di case di riposo, dette anche “residenze”, con una domanda angosciante: “E’ questo il destino di chi dopo aver fatto la sua parte e magari agito per il bene comune non potendo farcela da solo, chiede assistenza, cure e ospitalità?”. Ho cercato di tranquillizzarla dicendole che un caso non è la norma. Mi ha risposto che “l’incendio è un caso, ma l’incuria e il pressapochismo, purtroppo, sono la norma…”.
Ho allora ripensato a quello che un saggio sindaco di pianura spiegava a chi gli proponeva di costruire un “ricovero per vecchi”, e cioè che “forse meglio sarebbe aiutare i vecchi a restare a casa, garantendo assistenza nel loro ambiente, offrendo occasioni di svago dove sono sempre vissuti, assegnando a figli, nipoti o parenti il necessario, anche danaro se occorre, per essere loro stessi assistenza e aiuto ai vecchi avviati sul viale tramonto”. Il vecchio sindaco dovette tenere per sé l’idea di un’assistenza a casa piuttosto che in ricovero. Infatti, il progetto della casa di riposo comunale fece il suo corso… E il giorno della sua inaugurazione, col vecchio sindaco ormai fuori uso, l’onorevole di turno salutò l’opera come conquista civile, una vera e propria benemerenza…
Così era e così è! E la “residenza assistita”, così si chiama oggi quello che ieri era semplicemente “ricovero per anziani”, è la risposta della società ai bisogni degli anziani che da soli non ce la fanno… Eppure, dicono esperti illuminati, basterebbe prevedere sussidi assistenziali alle famiglie che si fanno carico dei loro anziani per cambiare la prospettiva, garantendo, come ben spiegava un vecchio slogan, “anni alla vita e vita agli anni”.
Oggi Milano piange i suoi sei anziani morti. Già domani, però, potrebbe rimettere in circolo l’idea che per tanti anziani non è obbligatoria la “casa di riposo”… Per tanti se non per tutti, basterebbe un “riposo assistito”, ma nelle loro case”, accanto alle persone con cui hanno condiviso la vita. Impossibile? “Per Milano – diceva Gioan Brera, vecchio e nobile giornalista, forse un “bauscia” non qualunque, di sicuro uno che di risotto e cotolette impannate era cantore sublime – niente è impossibile”. Brera non c’è più. Milano, invece, resiste e di nuovo potrebbe dimostrare che tra le sue pieghe nulla è impossibile. Anche assicurare ai vecchi un riposo degno di tale nome.
LUCIANO COSTA