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Rapporto sui migrantes: che vergogna!

Aumenta il numero di rifugiati nel mondo. Ad oggi sono 103milioni, cifra record senza precedenti, pari a un abitante su settantasette, più del doppio di 10 anni fa. Così il Report 2022 sul Diritto d’asilo della “Fondazione Migrantes”, organismo pastorale della Cei, presentato ieri all’Università Gregoriana di Roma. Stupirsi, dolersi, rammaricarsi o leggere le cifre e cercare di contrastarle fornendo mezzi e assistenza a chi, non per sua volontà, è costretto a lasciare il proprio Paese? La risposta compete a ciascuno. Nel frattempo, sebbene sembri impossibile visto il clamore con il quale vengono diffuse le notizie relative agli arrivi di disperati, emerge che l’Italia accoglie di meno rispetto a Germania e Spagna. Infatti, nel 2021 sono state oltre 45mila le richieste d’asilo registrate in Italia, nello stesso periodo in Germania se ne contano quasi il triplo, ovvero 148.200 domande. La Francia ne ha registrate 103.800, e anche la Spagna ha fatto di più, ricevendone 62mila. Quanto all’incidenza sulla popolazione, la Grecia già sosteneva un carico multiplo rispetto a quello italiano.

La guerra in Ucraina ha inciso sui flussi di migranti: nel 2022 l’Europa ha dimostrato di poter accogliere oltre 4,4 milioni di profughi ucraini che hanno ottenuto la protezione temporanea, senza perdere nulla in termini di sicurezza e benessere. Quest’anno, però, l’Ue “ha fatto di tutto per tenere fuori dai propri confini poche decine di migliaia di persone bisognose di protezione provenienti da altre rotte ed altri Paesi”, dice il rapporto. Le due rotte più percorse da richiedenti asilo o rifugiati sono quella del Mediterraneo e quella balcanica. Migrantes afferma che “verso la fine di ottobre 2022 la stima (minima) dei rifugiati e migranti morti e dispersi nel Mediterraneo è poco inferiore alle 1.800 unità. Ancora una volta a pagare il tributo più pesante sono coloro che tentano la traversata del Mediterraneo centrale, sulla rotta che porta verso l’Italia e Malta, dove si sono contati 1.295 morti e dispersi, contro i 172 del settore occidentale e i 295 di quello orientale. In quest’ultimo alcuni gravi incidenti, recentemente, hanno già portato il valore provvisorio del ’22 quasi al triplo di quello totale del 2021 (‘quando si registrarono soltanto 111 fra morti e dispersi). Il 2021, invece, aveva visto crescere le vittime rispetto all’anno precedente in tutti e tre i settori, con un tragico + 57% nel Mediterraneo centrale”.

Si legge ancora nel rapporto che “il 2021 vanta anche il triste record del numero di migranti e rifugiati intercettati dalla  Guardia Cstiera libica e ricondotti (o meglio deportati) in un sistema organizzato di miseria, arbitrio, vessazioni, taglieggiamenti e violenze: 32.400 persone contro le 11.900 del 2020″. Il rapporto lancia poi una dura accusa: “A partire dal 2017, anno del Memorandum Roma-Tripoli”, i deportati di Libia sono ormai 104.500 e a partire dal 2016 ben oltre 118 mila”.

Per il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, il diritto d’asilo “va garantito a tutti”. Il porporato, presentando il rapporto, ha sottolineato come “i dati ci aiutino a vedere i problemi come sono e non come li percepiamo. Il diritto è per tutti, sempre, la decisività dei diritti non può essere messa in discussione dal contingente. Il diritto d’asilo va garantito a tutti. Il limbo ha un prezzo salato per tutti. Se rimandiamo, mandiamo in luoghi disumani”. Il rapporto Migrantes, dice ancora il presidente della Cei, “aiuta la politica a compiere scelte, a trarre indicazioni. Aiuta a fare confronti, a capire cosa c’è dietro. Anche questo è importante. Sono 40 anni che il Paese si trova ad aprire la porta di casa; si tratta di capire la precarietà, e che siamo davanti ad un diritto enunciato e non garantito. Ferisce ancora di più pensando all’Europa dei diritti che devono sempre essere uguali per tutti. I dati denotano che non c’è sempre stata applicazione omogenea dappertutto “.

LUCIANO COSTA

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