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Salario minimo, Covid, bambini, fiamme e due riccastri…

TROVARSI, RITROVARSI, TENTARE DIALOGHI, accorgersi che si parlano lingue diverse pur essendo tutti abitanti del medesimo Paese… Poi, dirsi “ci rivediamo fra sessanta giorni”, giusto il tempo, se e come prevarrà il diritto dei poveri a stare al tavolo dei ricchi, per arrivare, o tentare di arrivare, a una proposta condivisa per intervenire, appunto, sulle paghe più basse, quelle degli ultimi e spesso dei disperati. Ma ieri, il vertice convocato alla vigilia del ferragosto con l’intenzione di trovare un punto di convergenza almeno sul salario minimo, è stato ancora una volta un dialogo tra sordi, con i sindacati e le opposizioni al governo che non rinunciano a credere sia possibile fissare a nove euro all’ora il valore minimo del lavoro e con le forze di Governo a insistere sulla fragilità della norma “superabile – dicono – con il lavoro”, che però è e resta indefinibile… Ciò non impedisce alla premier di dire che “il tema del lavoro povero interessa…”, che “l’obiettivo è quello di studiare una strategia più articolata ed efficace rispetto a una misura che rischierebbe di livellare in basso i salari e di innescare effetti negativi su una platea di lavoratori più ampia rispetto a quelli che si intende aiutare…”. Vale a dire: lasciamo perdere i nove euro-ora… Secondo la Premier, fra sessanta giorni, attorno al tavolo allargato, fiorirà una soluzione condivisa. Secondo i sindacati e le opposizioni si viaggia a fari spenti nella notte…

SI VIAGGERA’ INVECE SPEDITI, così si spera, senza sentirsi addosso l’obbligo di vaccinazioni e protezioni fino a ieri in uso per difendersi da Covid e influenze. Infatti, il Consiglio dei Ministri ha deciso di porre fine all’isolamento previsto per i positivi. Non è però un addio al Covid. Il virus c’è ancora e circola. Il suo impatto è però limitato (minore aggressività delle varianti e diffusione dei contagi sotto controllo), anche se in crescita nell’ultima settimana, da far definire al ministro della salute ormai “anacronistica e ampiamente disattesa” la misura che imponeva ai positivi di avere contatti con altri. L’isolamento era l’ultima restrizione ancora in vigore dopo l’addio al Green pass, alla quarantena per i contatti stretti e all’obbligo di mascherina. Tre mesi fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale, pur ricordando che il Covid-19 restava una minaccia. In effetti, resta la paura di nuove ondate di virus e influenze, soprattutto perché i dati dicono che c’è ancora circolazione del virus. Nella scorsa settimana, per esempio, ci sono stati 5732 nuovi casi e 41 morti. Nella settimana precedente erano stati registrati 4.100 casi. In più, ci sarebbero anche nuove varianti… Per questo in autunno è prevista una campagna vaccinale, non negli hub, ma attraverso farmacie e medici di famiglia. Nessun obbligo, ma una forte raccomandazione a vaccinarsi per over 65 e pazienti fragili e fragilissimi di tutte le età.

FUOCO E FIAMME SEMBRANO ESSERE padroni dell’estate. Bruciano boschi, colline, pianure e montagne e non basta una spiaggia per sentirsi sicuri. Così in Italia, in Spagna e nel mondo. Nella Hawaii, stato americano collocato nel bel mezzo dell’oceano, una città è stata letteralmente carbonizzata. Le immagini della drammatica emergenza-roghi sull’isola, in corso da martedì e alimentata dai venti dell’uragano Dora, raccontano devastazioni, auto in coda, corse disperate a piedi di gente in cerca di riparo, vittime… E sono ancora oltre mille le persone che mancano all’appello. Più di 20.000 turisti hanno già lasciato l’isola e si calcola che nelle prossime ore ne partiranno altrettanti. Diversi sopravvissuti, intervistati nei centri di evacuazione, hanno riferito di non aver sentito alcuna sirena di allarme e di aver capito del reale pericolo solo quando hanno visto fiamme o sentito esplosioni nelle vicinanze. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato lo stato di calamità naturale per le Hawaii, sbloccando così importanti aiuti federali per finanziare i soccorsi di emergenza e gli sforzi di ricostruzione. Ma per il momento, amaramente, le fiamme hanno invaso il Paradiso.

MA IL PARADISO RESTA NEGATO A TANTI BAMBINI. Infatti, sono ancora una volta i dati dell’Unicef a far riflettere: in un pianeta che combatte ondate di calore record e insieme gravi alluvioni, oltre 450 milioni di bambini dell’Asia meridionale sono esposti per lunghi periodi a temperature estremamente elevate, superiori in media ai 35 gradi Celsius. Un quadro preoccupante che contraddistingue la regione come una delle più vulnerabili alla crisi climatica. Il Fondo Onu per l’infanzia riferisce come in Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, India, Maldive, Nepal, Pakistan e Sri Lanka il 76% dei bambini e ragazzi sotto i 18 anni debba sopportare il caldo torrido «per 83 o più giorni all’anno». Si tratta, viene evidenziato, di una percentuale più alta rispetto ad altre zone, dove un bambino su tre, lari al 32%, sperimenta tali condizioni. “Servono aiuti – dice l’Unicef -, e soprattutto servono impegni comuni per impedire che la parte più debole della popolazione ne paghi le conseguenze”.

È UN PARADISO TUTTO DA RIDERE quello immaginato da due riccastri in cerca di strane emozioni. Costoro, infatti, vorrebbero sfidarsi in singolar tenzone, come ai tempi dei tornei medievali, uno contro l’altro in uno scontro fisico che decida chi di loro due deve essere primo…. Tutto da ridere? Purtroppo, no! Quei due vogliono davvero sfidarsi. E vorrebbero farlo in Italia, paese civile, bellissimo, accogliente e dunque aperto alle loro stravaganze. Certo, è vero, l’Italia è un’antica antica terra di gladiatori, oltre che di poeti, santi e navigatori. Così Elon Musk e Mark Zuckerberg, i miliardari del Web, vogliono il Colosseo o magari un monumento di pari notorietà, come luogo della loro sfida. “Sono matti questi americani”, direbbe Asterix. E tutto si risolverebbe in una sonora risata. Invece, c’è qualcuno che già ipotizza incassi e notorietà. E tra questi “qualcuno” non mancano esponenti del governo… Per favore, dite a quei signori di stare a casa, che qui abbiamo già il necessario e il di più per stare allegri…

LUCIANO COSTA

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