LE BANCHE PIANGONO e il Governo insiste sui loro profitti ingiusti: tutto nella norma se e come fosse applicabile e vera la nobile norma del “chi più ha più dà”. Ma siccome la norma è effimera, resta solo da prendere atto di tentativi, neppure tanto ragionati, per far quadrare i conti dell’italico stivale. Però, benché effimera, la norma varata dal Consiglio dei Ministri è quella che tiene banco, occupa le prime pagine dei giornali, impegna i commentatori in disfide spesso al limite del ridicolo, consente ai parolai della politica di vantarsi, spinge le opposizioni a gridare allo scandalo e, infine, costringe il popolo a chiedersi se per caso non sarà ancora una volta lui a pagare il conto. Però, c’è chi dice e sostiene che “tutto va bene”, che mai nessun Governo ha fatto tanto, che le vacanze sono onorate e assicurate, che il dopo vacanze sarà migliore del prima vacanze. Sarà anche vero, ma dubitare è necessario e credere, almeno per il momento, impossibile.
DALLE PARTI DI FRANCESCO, Papa di tutti, invece, si dice ad alta voce che un mondo senza odio e paura è ancora possibile. Parlando ieri alla folla riunita per l’udienza generale, Francesco ha detto che “la Giornata Mondiale della Gioventù celebrata a Lisbona ha mostrato a tutti che è possibile un altro mondo: un mondo senza odio, senza paura, senza chiusure, senza armi”. Riferendosi poi all’Ucraina e agli altri luoghi del mondo dove si combatte o si pianifica la guerra, il Pontefice ha esortato “i grandi della terra a lasciarsi interpellare da questo entusiasmo giovanile che vuole pace”, che vuole testimoniare la forza “del dialogo e della fratellanza tra i popoli”, che vuole “la salvaguardia del creato”, che immagina l’immensa foresta amazzonica “di tutti e per il bene di tutti”. Ha ragione il Papa o anche lui, come tanti, è semplicemente un illuso?
GUARDANDO ALLA ROTTA DEI MIGRANTI, sulla quale si registrano nuovi naufragi con decine di disperati morti o dispersi, l’idea di quel “mondo senza paura e guerre, capace di accogliere piuttosto che di respingere”, purtroppo, si dissolve velocemente. Ieri un barchino di metallo di 7 metri carico di migranti, spazzato via da una grande onda, ha lasciato in mare 41 persone, tra cui 3 bambini. A raccontare quanto accaduto sono stati quattro sopravvissuti, tre uomini e una donna, tratti in salvo e poi trasbordati su una motovedetta della guardia costiera italiana che li condotti fino a Lampedusa. Originari della Costa d’Avorio e della Repubblica di Guinea, i quattro superstiti hanno spiegato ai soccorritori di essere salpati da Sfax, in Tunisia, giovedì scorso. Ma dopo circa 6 ore di navigazione, la loro imbarcazione sarebbe stata travolta dalle onde e tutti i migranti sarebbero finiti in mare. Solo 15 di loro avrebbero avuto il salvagente tuttavia risultato inutile. I quattro superstiti hanno riferito di essere rimasti per diverse ore in acqua, per poi finire aggrappati al relitto di un altro barcone che li ha trascinati per giorni fino alle acque libiche. Ma da Tripoli non è giunto alcun soccorso. Il barchino s’è presentato ai soccorritori senza motore, “questo significa – ha detto un esperto – che qualcuno lo ha rubato lasciandolo in balia delle onde col suo carico umano”.
TRA LE RIGHE DELL’ULTIMA ORA ecco qualcosa di assolutamente straordinario, qualcosa che non è spiegabile e che quindi fa gridare al miracolo. Tutto è accaduto a Lisbona dove Jimena, 16enne pellegrina madrilena alla Giornata mondiale di Lisbona insieme a 300 ragazze, sabato ha riacquistato la vista al termine di una intensissima novena alla Madonna per chiedere di guarire dalla grave malattia oculare – lo “spasmo dell’accomodazione” – che era insorta due anni fa e che le aveva ridotto le capacità visive sino al 5%. Il papà di Jimena ha spiegato al giornalista di “Avvenire che le cure stavano diventando intollerabili, che la ragazza aveva dolori, che era delusa perché non c’erano risultati… Poi il fatto straordinario che nessun medico è riuscito a spiegare in termini scientifici: la liceale spagnola che prima di sabato non vedeva quasi nulla, da quel momento ha incominciato a vedere tutto nitidamente. “Siamo sopraffattati da quello che è successo – ha raccontato ancora il papà -. Ora mia figlia è in un posto tranquillo con la mamma, al riparo dal clamore che si è scatenato attorno a lei. I media vorrebbero parlarle, portarla in tv, ma a noi interessa solo la dimensione religiosa di quello che è accaduto”.
Ma cos’è successo? A spiegarlo è la cronaca dei giorni: sabato il gruppo di Jimena ha partecipato alla Messa nel villaggio portoghese a un’ora da Lisbona dove ha alloggiato durante la settimana della Gmg, al termine era prevista la partenza per la veglia con il Papa al Campo della Grazia (alla quale ha poi partecipato); dopo aver fatto la comunione Jimena ha visto la luce, perfettamente, senza una plausibile e immediata spiegazione. Il racconto di Jimena è semplice e commovente: “In fila per la Comunione ero molto nervosa, e quando mi sono seduta nel banco ho iniziato a piangere, non volevo aprire gli occhi. Mi sono emozionata, e quando li ho aperti potevo vedere, potevo vedere tutto molto chiaramente. Vedevo l’altare, il tabernacolo, avevo un’amica accanto a me, la vedevo perfettamente. E ci siamo messe a piangere”.
Era sabato 5 agosto, festa della Madonna della Neve, legata alla basilica romana di Santa Maria Maggiore. Miracolo a Lisbona? E’ presto per dirlo. Non è presto, invece, per ribadire che i miracoli accadono, che i miracoli sono sempre possibili…
LUCIANO COSTA