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Tranquilli, benzina e gasolio non calano…

Il Consiglio dei Ministri ha deciso… di non decidere. Dunque, nessuna novità sulla riduzione del prezzo dei carburanti, che continua a essere alto, addirittura insostenibile per molti lavoratori e diverse categorie produttive. Irrisolto resta anche il nodo delle accise, che sono le tasse aggiunte ad ogni goccia di carburante erogato. Così è se vi pare, ma anche se non vi pare. In alternativa a ciò che era atteso, vale a dire il taglio delle accise con conseguente diminuzione immediata del prezzo alla pompa, il, Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti e del Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo e sanzionatori del Garante prezzi.

 

A cosa serva tale decreto è difficile dirlo e anche immaginarlo. Per ipotesi, secondo il Governo, dovrebbe servire a calmierare i prezzi e (forse) a impedire che qualcuno faccia il furbo. Chi sia il furbo non si sa: forse lo stesso Governo, che prima riduce le pretese stabilendo la riduzione delle accise e subito dopo le rialza riportandole ai livelli precedenti; forse le compagnie petrolifere che dall’altalena traggono soltanto profitti; forse i benzinai che però sembrano per davvero la ruota incolpevole del carro.

 

Per comprendere la complessità del decreto e anche l’imbarazzo del Governo di fronte a fatti che di fatto smentiscono tutte le promesse fatte in campagna elettorale e buone per vincere la sfida (basta rileggere la nota pubblicata ieri per rendersene conto/ndr), basta leggere il comunicato ufficiale emesso dalla Presidenza del Consiglio al termine della riunione dei Ministri.

 

Dice: “In particolare nel periodo gennaio-marzo 2023, il valore dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti, nel limite di 200 euro per lavoratore, non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente. Si rende giornaliero l’obbligo per gli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione per uso civile di comunicare il prezzo di vendita praticato. Il Ministero delle imprese calcola e pubblica il prezzo medio giornaliero nazionale. Tale prezzo deve essere esposto, con specifica evidenza, da parte degli esercenti insieme al prezzo da essi praticato. Il Cdm ha deciso di rafforzare le sanzioni amministrative in caso di violazione, da parte degli esercenti, degli obblighi di comunicazione e pubblicità dei prezzi. In caso di recidiva, la sanzione può giungere alla sospensione dell’attività per un periodo da sette a novanta giorni. Si rafforzano i collegamenti tra il Garante prezzi e l’Antitrust, per sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative. Allo stesso fine, si irrobustisce la collaborazione tra Garante e Guardia di Finanza. Viene, inoltre, istituita una Commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi finalizzata ad analizzare – nel confronto con le parti – le ragioni dei turbamenti e definire le iniziative di intervento urgenti”.

 

La perplessità regna sovrana e, dunque, ogni commento è lecito.

 

LUCIANO COSTA

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