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Ucraina-Russia: basta, smettetela di fare la guerra!

Le notizie del mattino dicono che in Ucraina, dopo 468 giorni, l’invasore russo continua imperterrito a seminare morte e distruzione. “Stanotte – ha ripetuto il cronista – vasto allarme su tutta l’Ucraina, pioggia di missili e di bombe, morti e feriti, nessun spiraglio di pace…”. Ciò che addolora, adesso come ieri, è proprio quel “nessun spiraglio di pace” che conclude ogni cronaca e discorso. Eppure, ieri, l’inviato di papa Francesco, il cardinale Matteo Zuppi, ha incominciato il suo viaggio alla ricerca di uno spiraglio di pace. Però, mentre l’Ucraina ha accolto l’inviato del Papa, la Russia ha fatto sapere che le sue porte sono sbarrate. Così, di nuovo, prevale l’orrendo concetto secondo il quale “la pace può attendere”. Chi e che cosa non è dato sapere. E se la pace può attendere, la guerra allarga la sua scia di morte. “Basta, smettetela, fate la pace…” hanno gridato i ragazzi di una scuola rivolgendosi, tutti insieme, verso est, guardando al confine difeso a ragione dall’Ucraina e assediato arbitrariamente dalla Russia. Quei ragazzi stavano concludendo l’anno scolastico, ma davanti alle loro vacanze hanno messo la loro voglia di vivere in pace. Purtroppo, e i ragazzi lo sanno, non c’è peggior sordo di chi non voglia sentire…

Tutti, invece, sentono il fragore della guerra e guardano preoccupati ai nuovi scenari che si aprono: uno vuole la Russia lanciata alla conquista di terre ormai desolate; l’altro fa da sfondo all’avvio dell’offensiva lanciata dall’Ucraina per riconquistare le terre sue terre…

Ma per ora sembrano prevalere lo scontro legato agli obiettivi simbolici e lo sforzo della propaganda rivolta alle opinioni pubbliche interne e internazionali. E sembra paradossale che ad annunciare l’avvio della tanto attesa controffensiva ucraina sia stato il Cremlino, orgoglioso di far sapere – forse mentendo spudoratamente – che il contrattacco ucraino “è stato un fallimento e che centinaia di soldati nemici sono stati uccisi”. Da parte sua Kiev ha confermato che sono in corso “azioni offensive” in alcune parti del fronte, rivendicando di aver guadagnato terreno…  “Stiamo avanzando su un fronte abbastanza ampio e stiamo avendo successi”, ha detto il portavoce ucraino.

Ma è solo verosimile – hanno spiegato gli esperti – che ancora non siamo a quelle massicce avanzate a sorpresa che le forze armate del Paese invaso hanno messo a punto con il sostegno dell’intelligence e degli strateghi occidentali. Indiscrezioni dicono che gruppi di combattimento, ben addestrati e ben equipaggiati, sarebbero in “aree di raccolta” vicine ai punti caldi, pronti a lanciare operazioni contro le posizioni russe. Adesso il vero interrogativo è se vi sarà davvero un momento in cui Kiev riuscirà a mettere in seria difficoltà le forze della Federazione. Azioni dall’alto impatto simbolico e mediatico sono state condotte in questi giorni oltre confine a Belgorod e in altre località, dimostrando che la Russia è in effetti poco pronta a tamponare piccole falle nelle proprie linee, né forse è interessata a farlo.

Si riaffaccia così l’analisi, rilanciata in questi giorni, che disegna ipotesi secondo le quali l’Ucraina non può vincere. A parere degli esperti di guerra, infatti, siamo di fronte a un conflitto di logoramento, assai simile a quello vissuto nella Prima guerra mondiale, in cui l’obiettivo è quello di dissanguare la parte avversa, con tre fattori dominanti e perciò decisivi: la determinazione (ed entrambe le parti sono risolute); la popolazione (gli effettivi da mettere in campo); l’artiglieria. Se questa è la situazione, che cosa accadrà? Nessuno, per il momento, azzarda risposte. Così, amaramente “la pace può attendere”. Anzi: nessuna pace è ipotizzabile. Il motivo è che le parti non sembrano volersi accordare su territori da cedere o restituire. In più, non paiono nemmeno in grado di trovare una soluzione sulla neutralità futura. E i lutti e l’odio di questi 16 mesi di guerra rendono di fatto impossibile un’intesa definitiva, anche per l’ovvia mancanza di fiducia tra i due leader e i due popoli.

Intanto, la ferita inflitta a Belgorod, in territorio russo, dalle milizie della resistenza russa filo-ucraina, malgrado lo scarso impegno di Mosca nel respingere le incursioni, indicano che un prolungamento della guerra può essere rischioso per il Cremlino e che le nuove opportunità di una via d’uscita diplomatica, propiziate anche dalla missione vaticana condotta dal cardinale Matteo Zuppi, potrebbero diventare presto più concrete, a beneficio di entrambi i contendenti.

Per adesso c’è solo l’inviato di papa Francesco, il cardinale Matteo Zuppi, che da esperto diplomatico, tenta di costruire ponti e gettare basi per un potenziale dialogo…

LUCIANO COSTA

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