Se serviva una prova ulteriore dell’importanza che i cattolici americani attribuiscono alle elezioni presidenziali, ecco la riproposta di una novena di preghiera, una vera e propria “novena elettorale” on-line che li aiuti a votare con discernimento alla luce degli insegnamenti della Chiesa, con intenzioni particolari riguardanti l’impegno dei cattolici, la pace sociale e le implicazioni morali delle decisioni politiche, che si protrarranno fino al giorno dopo il voto, quando i cattolici americani saranno invitati a pregare “perché i nuovi eletti siano guidati dallo Spirito Santo”. Così vanno le cose oltre Atlantico. Per cui, come per le presidenziali del 2016, anche per l’Election Day del prossimo 3 novembre, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb) è intervenuta suggerendo un calendario di riflessioni e di preghiere.
Nella prima giornata i fedeli pregheranno per chiedere che l’impegno politico dei cattolici in questo periodo di pandemia sia guidato dalla fede. Il giorno successivo si pregherà contro il razzismo e per la pace tra le comunità negli Stati Uniti, dopo le tensioni razziali che hanno segnato in modo particolare questo 2020, mentre il 28 ottobre i cattolici invocheranno un confronto civile tra i candidati nelle ultime battute della campagna elettorale. Il quarto giorno pregheranno quindi per potere capire meglio “le implicazioni morali ed etiche delle decisioni politiche” e decidere di conseguenza. Il 30 ottobre i fedeli saranno invece invitati a pregare perché gli eletti “difendano la dignità fi ogni vita umana” e il giorno successivo perché i cattolici siano informati sugli insegnamenti sociali della Chiesa. Nella giornata del 1.mo novembre si chiederà una politica che sia focalizzata sulla “dignità della persona umana e sul bene comune”. Alla libertà religiosa e al dovere dei cattolici “di difenderla ed esercitarla come cittadini fedeli” sarà dedicata l’ottava giornata della novena, mentre il 3 novembre la Chiesa statunitense pregherà perché l’impegno politico dei cattolici sia illuminato dalla fede.
Roba d’altri tempi? Forse sì. Però, sapere che la Chiesa non è indifferente alle questioni che toccano anche il suo popolo, lascia spazio alla speranza di giorni e tempi migliori: per gli Stati Uniti d’America, ma anche – perché no? – per il resto del mondo. In fondo, suggerire ai fedeli di dare priorità alla fede rispetto alla politica partigiana e di impegnarsi attivamente nella vita civile per rispondere ai pressanti problemi dei nostri giorni, altro non è se non la traduzione di ciò che il Vangelo raccomanda a tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
Tutto questo succede negli USA. Succedesse dalle nostre parti sarebbe motivo di contese e polemiche a non finire. O no?