Siamo alla fine della terza o la quarta ondata è già cominciata? Il dibattito è aperto e non c’è intellettuale-dirigente-padrone-operaio-impiegato-massaia-badante-uomoqualunue-mamma e giovanotto in cerca di futuro che non dica la sua, che a volte è saggia (come quella della signora che all’arrabbiato ricordava che “non siamo padroni del tempo, ma solo partecipi del tempo e dei suoi umori”), altre semplicemente stupida (perché è stupido ubriacarsi di si dice invece che di ragioni e di pensieri pensati), altre ancora cattivamente orientata ad attribuire colpe a chiunque non ritenuto in linea con la propria visione e la personale opinione… In questo susseguirsi di grida e strida emergono i dati ufficiali dei contagiati (ieri oltre quattromila) e dei vaccinati (oltre il 50% della popolazione over dodici ha avuto il vaccino). Però, ed è motivo di perplessità e rabbia, tra i non vaccinati o rifiutanti il vaccino o che del vaccino insistono a prendere le distanze, non ci sono soltanto i cosiddetti non vax ma anche politici di grido, professoroni che sanno tutto o quasi tutto, arrabbiati per vocazione, dissidenti ad oltranza, nemici della medicina e, ahinoi, stupidi in libera uscita… Così fioriscono le bugie, i si dice incontrollabili, le battute, le negazioni, gli annunci di miracoli e di catastrofi. Insomma: di tutto, di più.
Per chiarirmi le idee sono andato a rileggere quel che il professor Andrea Grignolio, docente di Storia della medicina e Bioetica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano oltre che illustre esperto del Cnr ha detto a proposito di etica della salute e di informazione malata, addirittura inficiata da impostura. Una di queste imposture è la teoria del pianeta, il nostro, superaffollato, tanto astrusa quanto circondata da gente che in modo irriducibile ci crede. Dice il professore che tra gli umani preoccupati e disposti a lasciarsi condizionare ci sono “due categorie: gli “esitanti” che, in periodo non pandemico, sono il 10-15% della popolazione e oggi il 20-30%, non si immunizzano ma sono aperti al dialogo; e poi i no vax che in periodo non pandemico si stimano nel 3-5% e oggi sono tra il 7 e il 10%: sono inconvincibili, fanno dell’antivaccinismo una marca identitaria, pochi ma capaci di attirare l’attenzione e di sedurre gli esitanti molto più della grande maggioranza di chi crede nella scienza”.
A proposito di antiscienza, quella che avrebbe generato troppo in fretta i vaccini, l’esperto spiega
che “quando ormai siamo a milioni di dosi somministrate, i riscontri sono positivi”. Però, resta quel dubbio che i non vax alimentano e spacciano… Tutto nella norma. Infatti “non potendo dimostrare effetti avversi nel presente, i neganti di professione rimandano al futuro, cioè ad un tempo indimostrabile. E questo è un classico delle bufale no vax”. Restano però gli effetti letali, ma se può consolare “anche l’acqua può essere letale”. Ma, vivaddio, proprio l’acqua del rubinetto? “Proprio quella. Infatti, se un tizio ne beve in eccesso dopo una maratona può morire”. Seguono ovviamente altri nemici e avversari. Per esempio “l’Aspirina ha un numero di reazione avverse superiore di 2.500 rispetto al vaccino… perché i farmaci hanno rischi. Ma in medicina occorre pesare il rischio con il beneficio. Certo, il nostro cervello ha grande difficoltà a pesare i rischi con i benefici, è “disadatto”. Per questo tanti genitori, messi di fronte alla scelta di vaccinare o meno i figli, decidono di non decidere, cioè non scelgono”.
Il professore mette poi in guardia contro le paure affrettate o condizionate da chi per professione predica sventura, che sono paure “ritornanti, capaci di togliere lucidità rispetto alla falsità di cui si alimenta”. Segue l’elenco delle bufale più bufale che ci siano. Ecco allora la battuta di chi si fa fotografare poco dopo la puntura e dice: “Ora il mio cellulare prende meglio”, alludendo al fatto che il vaccino contenga un nanochip 5G, che sarà in grado di controllarci. E’ falso, o falsissimo come direbbe Riccardino, ma anche le battute possono far breccia negli sprovveduti e diventare “realtà” immaginaria e bugiarda, sulla quale però i no vax galleggiano e prosperano a meraviglia. “Quelli – argomenta il professore – si comportano come un esercito: promuovono le fake news e specifici sottogruppi le rilanciano in modo marziale; sono gerarchici, si distribuiscono a grappolo e la loro è una comunicazione internazionale pervasiva ed efficiente”.
Per opporsi a questo esercito di stupidi instupiditi dai loro stessi affanni, è dunque necessario vaccinarsi. “Infatti – dice la scienza -, senza vaccini e quindi senza immunità di gregge, rischieremmo di restare preda del virus anche per 4-5 anni, che è il tempo richiesto per esaurirsi”.
Infine, quel che succederà da qui in avanti. Appunto: che cosa dobbiamo aspettarci? Premesso che il rischio zero non esiste, che la società occidentale è analfabeta riguardo al rischio e che le epidemie non si spengono con l’interruttore “dobbiamo stabilire qual è la soglia entro la quale una società può convivere col virus. Se – spiega il professore – ci spaventa il numero di decessi e chiudiamo il Paese, non va bene. Invece, è necessario contemperare il rispetto per ogni decesso con quello per il 99% della società che non è colpita e che ha bisogno di futuro”. Da qui la richiesta della scienza che si preoccupa del bene comune evitando schiamazzi e parole inutili: “I media ci aiutino: se ossessivamente leggiamo solo di decessi e contagi, ripartire sarà complesso”.
LUCIANO COSTA