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Urge ripensare il futuro del mondo…

Fame, sete, sottosviluppo, mancanza d’acqua potabile, medicine negate, vite compromesse dall’ingordigia, proliferazione delle armi, siccità, lavoro negato, schiavitù evidenti, qualcuno che già ricco diventa sempre più ricco e altri che sono poveri sempre più poveri. Poi, scenari di guerra incomprensibili-assurdi-malvagi (sono 515 i giorni di guerra in Ucraina e per la Russia che l’ha provocata invadendo una Nazione libera colpevole di non ubbidirle, ancora non esiste condanna che riesca a imporre le ragioni del diritto internazionale)… Poi distruzioni e bombe su bombe… Poi il disamore per la terra abitata, che genera catastrofi… Poi il cielo arrabbiato, che scarica su di noi tutto ciò che noi gli abbiamo inviato sotto forma di fumi e veleni… Poi l’incoscienza di chi se ne frega… Poi l’insipienza della politica (questa o quella pari sono) che rattoppa i problemi senza mai risolverli… Poi una schiera di illusi che vanno per il mondo medicando ferite e distribuendo bocconi (girano col Vangelo in mano, hanno Cristo nel cuore, si chiamano missionari, sono portatori di misericordia e di speranza, restano minoranza e, purtroppo, sono in via di estinzione), di gente responsabile che vorrebbe cambiare la società e il modo di abitarla con l’illusoria convinzione che tutti, ma proprio tutti, possano smetterla di giocare con le armi e di pensare solo a sé stessi… Poi, la cronaca amara dei giorni: morti ammazzati, devastazioni, alluvioni, incendi, vacanze, esodo allegro ma anche corsa affannosa a rientrare quando le spiagge scelte vengono offese dal fuoco, incontri ravvicinati col popolo dei migranti, grida di aiuto provenienti da ben più di una metà del mondo conosciuto, appelli virtuosi ma disattesi a condividere i beni avuti in dono, inviti (vieppiù inascoltati) a costruire strade di pace aperte a tutti e per tutti, solidarietà che fioriscono tra le macerie, parole severe per coloro che usano i prodotti della terra come merce da ricatto…

Certo, anche magnifiche assemblee in cui i capi di popoli e nazioni s’incontrano per trovare modi e tempi utili a dare a ciascuno il necessario per vivere. Per esempio, ecco l’assemblea della FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, un istituto fondato nel 1945 con lo scopo di contribuire ad accrescere i livelli di nutrizione, aumentare la produttività agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali e contribuire alla crescita economica mondiale nel territorio), che dopo 78 anni pone di nuovo un obiettivo da raggiungere entro il 2030: azzerare la fame nel mondo, riconoscere a ogni persona il necessario per vivere, costruire orizzonti di pace, far crescere ovunque la buona pianta della solidarietà, unica arma possibile per trasformare terre aride in terre capaci di dare buoni frutti, territori di guerra in luoghi di pace, miseria in benessere condiviso…

Nei giorni scorsi a Roma, nel corso dell’Assembla della FAO, si sono udite parole piene di buon senso, tutte indirizzate a mostrare un mondo nuovo e possibile. Giorgia Meloni, capo del governo italiano, aprendo i lavori ha esortato la “comunità globale a restare unita per trovare soluzioni efficaci”, ha ribadito il dovere di “creare un modello di cooperazione non predatorio con i Paesi africani per garantire loro la possibilità di vivere delle loro risorse”, ha ribadito l’auspicio già proposto da papa Francesco affinché “ciascuno possa godere dei propri diritti e non sia costretto ad emigrare vivendo in pace e con dignità”, ha messo il problema dell’alimentazione mondiale come priorità… Grandi cose, forse realizzabili o forse solo fumo in attea che una ventata di nuovo umanesimo se lo porti via.

Su tutto e tutti le parole con cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito “sciagurata la scelta di Mosca sul grano ucraino destinato al mondo”. Rivolgendosi al Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, Mattarella ha detto: “Ho letto del suo appello alla Russia perché torni indietro rispetto alla sciagurata decisione di non dare più corso all’accordo sul grado. Una decisione gravissima con conseguenze per una quantità di Paesi in cui molte persone troverebbero difficoltà di alimentazione. Il suo appello è particolarmente importante. Il suo richiamo è fondamentale”.

Appello importante, ma il grano che la Russia vuole negare è solo una piccola parte del problema. Ieri, a conclusione del vertice FAO, è stato scritto un documento unitario, quindi capace di convogliare impegni e risorse utili a sconfiggere la fame, magari fondato sul principio della pace come fondamento universale irrinunciabile. Insomma, la pace quale via per scardinare egoismi e costruire civiltà in cui il “bene comune” sia sempre e comunque prevalente e determinante… E’ presto per dire che qualcosa di nuovo incomincia: però non è mai troppo tardi per immaginare che finalmente si passi dalle parole ai fatti.

LUCIANO COSTA

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