La libertà non ha prezzo. Almeno una volta nella vita l’abbiamo detto tutti. E il perché è evidente: nulla è più prezioso della nostra facoltà di pensare e agire in totale autonomia, senza obblighi né condizionamenti. Non a caso la privazione della libertà è la più grave pena prevista dalla Giustizia per chi si macchia di un delitto. E più grave è il reato commesso, più tempo dura la privazione della libertà, massima condanna possibile, eccezion fatta per la pena di morte, giustamente bandita dalla nostra Costituzione. Vivere senza catene è l’unica possibilità di vivere davvero. Ecco perché si dice che “la libertà non ha prezzo”. Ciò nonostante, l’ultimo decreto del Governo Draghi un prezzo alla libertà sembra averlo fissato, quantomeno a quella “libertà” di cui troppi si sono riempiti la bocca a sproposito nell’ultimo anno, ovvero la libertà di non vaccinarsi contro il Covid, infischiandosene del bene comune.
Vaccinarsi, ormai è chiaro, non rende immuni dal virus, ma a livello individuale riduce le conseguenze più gravi della malattia e a livello collettivo rappresenta un atto di grande responsabilità, perché contribuisce al raggiungimento dell’immunità di gregge, evita l’intasamento degli ospedali e delle terapie intensive, garantisce la fruibilità di servizi e trasporti pubblici, in cambio di qualche accettabile limitazione permette a bar, ristoranti, negozi, cinema, teatri e impianti sportivi di restare aperti anche se il Covid – a due anni ormai dallo scoppio della pandemia – rimane una grave minaccia. In sostanza, vaccinarsi resta l’unica arma per difendere l’economia e la socialità scongiurando il rischio di un nuovo lockdown. Da qui la scelta del Governo Draghi di imporre l’obbligo vaccinale a tutti i cittadini con più di 50 anni (quelli considerati più a rischio) a partire dal primo di febbraio.
Il problema è che un obbligo, al pari di un divieto, funziona solo se prevede un adeguato contrappasso per chi non lo rispetta. Invece, il Governo ha previsto una sanzione di soli 100 euro per chi continuerà a rifiutare il vaccino. Come dire “è vietato rapinare una banca o stuprare una donna, ma chi lo fa rischia al massimo una multa” come chi parcheggia sulle strisce pedonali o davanti a un passo carraio. Certo, il decreto prevede anche sanzioni più pesanti (fino a 1.500 euro) per gli Over 50 non vaccinati che dal 15 febbraio andranno al lavoro, dal parrucchiere o dell’estetista senza avere il Super Green Pass. Ma il prezzo base della libertà è quello: 100 euro, da pagare una volta sola. La sanzione – prevede il decreto – sarà irrogata “una tantum” dall’Agenzia delle Entrate a chi risulterà non vaccinato incrociando i dati della popolazione residente con quelli delle anagrafi sanitarie.
Ma, precisano i ben informati, “non è escluso un rafforzamento dei controlli a campione da parte delle forze di polizia”. In pratica, chi risulterà non vaccinato senza averne motivo (per esempio per un’allergia o una patologia che rende incompatibile la somministrazione di una dose di Pfizer o di Moderna) riceverà a casa una cartella esattoriale. Facile immaginare quale forza di persuasione possano avere 100 euro di multa sui no vax più irriducibili, quelli disposti “a morire da liberi, anziché vivere da vaccinati”. Se non li ha smossi neppure la morte dei “compagni di lotta contro la dittatura sanitaria”, quelli che fino all’ultimo hanno rifiutato le cure “perché il virus è una bufala di big pharma”, figurarsi quanto saranno spaventati dalla prospettiva di dover pagare una multa tanto lieve.
Paradossalmente, la mini sanzione rischia di avere l’effetto contrario: diventare una sorta di salvacondotto, 100 euro e… tana libera tutti. Incredibile! Non a caso i giudizi degli scienziati sul provvedimento sono tutti negativi, fra l’indignato e il deluso. Roberto Burioni, il virologo per eccellenza, di solito molto misurato, ha bollato la mini multa come “una buffonata”; il suo collega Massimo Galli – ex direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, per una volta d’accordo con lui – l’ha definita “assolutamente ridicola” e sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso un altro esperto della materia come l’infettivologo Matteo Bassetti: “100 euro una tantum per chi non si vaccina? Quando l’ho letto non volevo crederci – ha dichiarato -. Gli altri Paesi hanno messo sanzioni più pesanti. Noi siano sempre gli stessi: forti con i deboli che si vaccinano e seguono le regole e deboli con i forti (si fa per dire) che non si vaccinano e non seguono le regole. Non è un obbligo vaccinale, ma una presa in giro”. Sferzante anche il giudizio di Andrea Crisanti, il microbiologo dell’università di Padova noto per le sue frequenti partecipazioni ai salotti tv: la multa da 100 euro, a suo dire, è “un provvedimento di facciata” buono solo “per far contenti i vaccinati”. In realtà, la libertà in saldo non farà contento nessuno, a molti pare addirittura una beffa, tanto che vien da chiedersi cosa sia successo al Mario Draghi del “whatever it takes”, il leggendario “costi quel che costi” a difesa dell’Euro: se perfino l’ex, inflessibile, presidente della Bce ha approvato una simile ipocrisia, non ci resta che porgli un’angosciosa domanda: tu quoque, SuperMario?
MARCO BENCIVENGA
Direttore “La Provincia di Cremona”