L’orgoglio di vivere facendo buona agricoltura

Nessun dubbio: Cremona agricola sta mettendo in mostra quel che altre province tengono nel cassetto. Innanzitutto, l’orgoglio di vivere di agricoltura e di far vivere attorno a essa migliaia di persone, di famiglie, di piccole e grandi aziende; poi la certezza di rendere un servizio essenziale e vitale all’intero Paese portando al mercato prodotti di altissima qualità; a seguire la consapevolezza di possedere quella “grande stalla” in cui crescono le migliori vacche da latte, e non solo quelle; infine, la felicità di aggiungere alla buona agricoltura l’innovazione necessaria per stare al  paso coi tempi e, cosa non secondaria, la volontà di valorizzare il patrimonio artistico e culturale posseduto. Per non dire di alcune “quisquiglie” – autentiche chicche – altrettanto essenziali. Il torrone, per esempio, per il quale vent’anni fa, tenaci cremonesi hanno inventato una festa che via via ha riscosso successi che hanno scavalcato le Alpi e raggiunto i golosi di tutto il mondo. Giusto, dunque, mettere Cremona al centro dell’attenzione. Lo fa, nella nota che segue, Marco Bencivenga, direttore del quotidiano di Cremona, che con maestria e competenza dipinge un quadro che val la pena di fermarsi a osservare. (L. C.)

 

Cremona insegna…

Ci sono partite che meritano di essere giocate, anche se si rischia di perderle. Se poi si riesce addirittura a vincerle, non esiste soddisfazione più grande. Ed è esattamente ciò che stanno provando in queste ore gli organizzatori e i sostenitori delle Fiere Zootecniche di Cremona. Solo pochi mesi fa, quando l’Anafij annunciò di aver trasferito a Montichiari (provincia di Brescia) la storica Mostra Nazionale della Frisona, in passato evento clou dell’intera rassegna, il destino della fiera cremonese sembrava segnato. Invece, proprio quel giorno è iniziata la riscossa: con grande pazienza, un passo alla volta, mattoncino su mattoncino, la squadra di CremonaFiere ha iniziato a ricostruire la casa dalle fondamenta, ha riannodato fili, riallacciato rapporti, innovato layout e palinsesto (particolarmente apprezzata la scelta di avvicinare macchine e animali, portando le vacche fra gli stand tecnologici e gli spazi riservati agli eventi) e ha allestito un importante cartellone di confronti, presentazioni e convegni (di assoluto livello i relatori, ampiamente ripresi e citati dai media generalisti e di settore). E fin dall’avvio il successo delle Fiere è apparso evidente, con ciò ripagando i promotori di ogni fatica, non solo per la massiccia presenza di espositori e visitatori, con sorprendente percentuale di giovani e giovanissimi.

A fare la differenza è stata la contemporanea apparizione delle due massime autorità del settore, il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e l’assessore regionale all’Agricoltura, all’alimentazione e ai sistemi verdi Fabio Rolfi. Il primo ha messo sul piatto almeno sei pepite d’oro: 1) ha ribadito il no del Governo italiano al Nutriscore, l’etichetta ai prodotti alimentari che «non informa, ma condiziona» le scelte dei consumatori; 2) ha promosso Cremona come «sede ideale per un centro di studi e ricerca, in grado di innovare il settore e poi trasferire le nuove tecnologie e conoscenze alle aziende»; 3) ha esaltato il ruolo delle agroenergie nella partita cruciale della transizione ecologica; 4) ha ammesso le criticità della Pac impegnandosi a «cercare le indispensabili compensazioni per le filiere più colpite»; 5) ha promesso sostegno ai produttori della materia prima (in primis il latte) perché sono quelli cui viene riconosciuto il più basso valore aggiunto fra tutti i soggetti della filiera e (6) ha scolpito parole definitive sul tema del benessere animale («Sgomberiamo il campo dalle fake news: gli allevatori sono i primi a preoccuparsi della salute delle proprie vacche, girando fra i padiglioni della fiera li ho visti guardarle come io guardo i miei figli…»).

Rilevanti anche le parole dell’assessore regionale che ha rivendicato il valore dell’agricoltura «orgogliosamente intensiva» della provincia di Cremona definendola «un modello positivo, anche se spesso viene attaccato per un pregiudizio ideologico». Certo, ha sottolineato, si può sempre migliorare, ma i cambiamenti chiave «Cremona e la Lombardia li hanno già fatti». Vale per gli agricoltori e per gli allevatori, ma vale anche e soprattutto per gli organizzatori delle nuove, vecchie Fiere Zootecniche di Cremona. Tornate a brillare proprio nell’anno in cui qualcuno era pronto a darle per morte. A battenti ancora aperti è già abbastanza per parlare di una grande vittoria dei promotori, dei sostenitori e dell’intero sistema Cremona.

MARCO BENCIVENGA

Direttore “La Provincia di Cremona”

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