Il Domenicale

Europa, non temere! Forse ce la farai…

Europa, non temere! Non sarà un voto, quale che sia, a renderti meno attraente, utile, degna, desiderata, importante, indispensabilee bella di quanto già tu non sia. Oggi, come ieri, chiedi ai cittadini del suo straordinario mondo un voto che tolga ai supponenti la loro altezzosità e arroganza, ai dubbiosi l’incertezza che li rende inutili, ai frivoli l’insistita ricerca del nulla, ai superbi la propria (presunta) convinzione di superiorità (che è figlia dell’ignoranza, che molto assomiglia a colei che andò a cavallo e tornò a piedi, che per i cattolici è uno dei sette peccati capitali), ai saccenti l’alone di pedanteria-dottoraggine-presunzione-spocchia-boria di cui vantano possesso, agli illusi (io tra questi) la remota (tanto remota)  possibilità di poter cambiare il mondo; ai sognatori (anch’io, anch’io) di smetterla di fantasticare e così incominciare aoffrire carezze ai giusti e a menar invece calci ai venditori di fumo e ai profeti di sventure. Europa, non temere! Qualunque sia il responso delle urne aperte e di cui conosceremo domani il contenuto, per il popolo che faticosamente hai riunito sotto un’unica bandiera resterai bella-indispensabile-importante-desiderata-degna-utile-attraente… Tal quale a quella che cercata e disegnata dai fondatori (gente come Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Robert Schuman, Altiero Spinelli… mica pinco pallinie palline qualsiasi in libera uscita), cioè unità di popoli diversi ma uguali, nazioni finalmente unite (sei all’inizio Italia, Germania, Francia, Paesi Bassi, Lussemburgo e Belgio, ventisette oggi, con oltre 450 milioni di abitanti), persone ciascuna con pari dignità e pari opportunità. Europa, non temere! Se hai retto fin qui la scena (con questa sono dieci le legislature ospitate e onorate), con sano orgoglio e apprezzato coraggio, magari anche “tra accelerazioni e deviazioni” messe in circolo da tempi cattivi, pesanti, difficili, dubbiosi, bellicosi… eccetera eccetera, continuerai a farlo, per scelta virtuosa e perché, memore di quel che diceva Ambrogio, vescovo di Milano quando correva il IV secolo (“Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili… allora vivete bene e muterete i tempi”) non ti arrenderai, alle melliflue tentazioni sovraniste, né alle ambigue teorie racchiuse nell’uso della sinistra politica” come esercizio letterario-culturale e nell’ostentazione della “destra economica” quale panacea di tutti i mali.

Fra un po’, cara e dolce Europa, saprai a quale mani verrai affidata. Spero siano buone e sagge, capaci di medicare piuttosto che di ferire, di costruire ponti piuttosto che muri, di unire piuttosto che dividere… Sorridendo (benevolo modo per giustificare l’eccesso ridanciano che mi ha assalito) e ben conscio che il mito sì è dissolto (quel mito raccontava Europa, la sorella di Cadmo rapita da Zeus, a lungo cercata e mai ritrovata), guardo al presente e mi accorgo di appartenere al genere umano che ancora crede sia possibile fondare-edificare-abitare “una nuova città”… Quale sia e dove sia, però, non so. Lo sapeva invece l’oracolo, che a Cadmo ordinò di andare a fondarla “sulla collina più alta”, dandole il volto di una città dalle vie larghe” pronta a mandare “agli Inferi il terribile custode del dio della guerra…”. Cadmo, per gentile concessione di Zeus, sposò Armonia, figlia di Afrodite, dea della bellezza senza fine. Per qualcuno, ovviamente senza riferimenti certi, da quell’unione altro non poteva nascere se non qualcosa di assolutamente strabiliante. Per esempio, EuropaLeggo che “le nozze di Cadmo e Armonia furono l’ultima occasione in cui gli dèi dell’Olimpo si sedettero a tavola con gli uomini per una festa, ma anche che “queste cose non avvennero mai”, sebbene siano sempre esistite, raffigurazione ineguagliabile, almeno secondo Roberto Calasso “di una delle più antiche bellezze che l’uomo ha inventato nella storia della civiltà: il mito.E al mito appartengono gli eroi ebbri di infatuazione divina ma condannati irrevocabilmente alla morte”, eroi come Achille, Odisseo, Giasone, Eracle, Teseo e chissà quanti altri.

Fortunatamente il “mito” non ha possibilità di riemergere dall’oblio in cui è stato confinato. Sono invece coloro che vorrebbero interpretare quel “mito” ha pretendere udienza. Infatti, molti di loro, con nome e cognome, o traduzione di cognome e nome in detto-detta, (questo-questa o quelquella), li trovate, o già li avete trovati, sulle liste proposte all’attenzione con invito a sceglierli e a votarli. Se siano di destra, di sinistra, di centro o di estrema destra-sinistra… ma chi se ne importa! In effetti, più di “lor che son lì per caso e servir d’appoggio ai loro capi capetti e direttori”, conta il voto: destra, sinistra, centro, laterali più o meno a destra e a sinistra, centrali piantati sulla presunta presunzione di essere comunque la rotonda attorno alla quale è obbligatorio roteare. Poi frange su frange che al mare si va svolazzando per lucrare qualche voto; a seguire una o più veroniche (nel senso dello svolazzo tipico che il toreador, alle cinque della sera, fa davanti al toro liberato nell’arena) sperando che l’Olimpo intero (uno solo dei suoi ospiti, infatti, non riuscirebbe giammai a cambiare il destino) le possa rendere degne di un furtivo applauso, di un labile consenso, di un effimero godimento o anche solo di un nano-consenso.

Destra, sinistra e chissà che altro… Forse, magari senza forse, ha ancora ragione quel Giorgio Gaber che così cantava:

Tutti noi ce la prendiamo con la storia
Ma io dico che la colpa è nostra
È evidente che la gente è poco seria
Quando parla di sinistra o destra
.

Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra

Fare il bagno nella vasca è di destra
Far la doccia invece è di sinistra
.
Un pacchetto di Marlboro è di destra
,
d
i contrabbando è di sinistra

Una bella minestrina è di destra
Il minestrone è sempre di sinistra
Tutti i film che fanno oggi son di destra
Se annoiano son di sinistra

Le scarpette da ginnastica o da tennis
Hanno ancora un gusto un po’ di destra
Ma portarle tutte sporche e un po’ slacciate
È da scemi più che di sinistra

I blue-jeans che sono un segno di sinistra
Con la giacca vanno verso destra
Il concerto nello stadio è di sinistra
I prezzi sono un po’ di destra

L’ideologia, l’ideologia
Malgrado tutto credo ancora che ci sia
È la passione, l’ossessione della tua diversità
Che al momento dove è andata non si sa

Io direi che il culatello è di destra
La mortadella è di sinistra
Se la cioccolata svizzera è di destra
La Nutella è ancora di sinistra

Il pensiero liberale è di destra
Ora è buono anche per la sinistra
Non si sa se la fortuna sia di destra
La sfiga è sempre di sinistra

Il saluto vigoroso a pugno chiuso
È un antico gesto di sinistra
Quello un po’ degli anni ’20, un po’ romano
È da s
oltre che di destra
L’ideologia, l’ideologia
Malgrado tutto credo ancora che ci sia
È il continuare ad affermare
Un pensiero e il suo perché
Con la scusa di un contrasto
che non c’è
Se c’è chissà dov’è…

Tutto il vecchio moralismo è di sinistra
La mancanza di morale è a destra
Anche il Papa ultimamente è un po’ a sinistra
È il demonio che ora è andato a destra

La risposta delle masse è di sinistra
Con un lieve cedimento a destra


Tutti noi ce la prendiamo con la storia
,
m
a io dico che la colpa è nostra.
È evidente che la gente è poco seria
Quando parla di sinistra o destra

Per non dire, aggiungo io, di quando a destra e sinistra aggiunge centro, centro-destra, centro-sinistra, oppure estrema-destra, estrema-sinistra… eccetera eccetera. Così fino al punto di invocare quel “basta!” non ce la facciamo più, finitela! Finitela con quei dualismi idioti e fuori tempo, addirittura antistorici, incominciate invece a ragionare su quel che conta e non conta in fatto di educazione civica e di crescita di nuove generazioni.Betta, stamani all’alba, cantava quel che il già citato e amato menestrello già aveva cantato, e cioè:

Non insegnate ai bambini,
non insegnate la vostra morale,
è così stanca e malata,
potrebbe far male.
Forse una grave imprudenza
è lasciarli in balia di una falsa coscienza.
Non elogiate il pensiero,
che è sempre più raro.
Non indicate per loro
una via conosciuta,
ma se proprio volete
insegnate soltanto la magia della vita.
Giro giro tondo cambia il mondo.
Non insegnate ai bambini,
non divulgate illusioni sociali,
non gli riempite il futuro
di vecchi ideali.
L’unica cosa sicura è tenerli lontano
dalla nostra cultura.
Non esaltate il talento
Che è sempre più spento,
non li avviate al bel canto, al teatro,
alla danza.
Ma se proprio volete
raccontategli il sogno di
un’antica speranza.
Non insegnate ai bambini,
ma coltivate voi stessi il cuore e la mente.
Stategli sempre vicini,
date fiducia all’amore, il resto è niente.
Giro giro tondo cambia il mondo.
Giro giro tondo cambia il mondo.

In questa prospettiva, la spiritualità civica che un certo don Sturzo poneva a fondamento del vivere e che io prendo a prestito per dire che vivere è diverso dal tentare di sopravvivere e basta, è il contrario di una spiritualità solo intimistica, individuale, alienata dalla vita comune, astratta e disincarnata… Ed è di spiritualità civica che si nutre e ha bisogno questa nostra Europa. Resta molto da fare, però “piutost’ che nient’ l’è mei piutost”.

Ovviamente, sperando che nel “piuttosto” non vi sia posto per il tedesco Partei für schulmedizinische verjüngungsforschung e Die Partei” (Partito per la ricerca medica convenzionale sul ringiovanimento) e per l’altro suo vicino, che tra le altre cose si impegna a porre un tetto a livello europeo ai prezzi della birra (3 euro per mezzo litro) e del kebab (3 euro); o per l’ungherese Partito del cane a due code; o per lo svedese “Ond Kyckling” (Partito del pollo malvagio”); o anche per lo spagnolo “Escanos en Blanco (Seggi vuoti o in bianco) il cui fine è star fuori perché, dice “se eletti i nostri deputati non entreranno in carica”.

Volevo essere tremendamente serio. Invece… Invece vado solo a votare. Che Dio me la mandi (o ce la mandi?) buona.

LUCIANO COSTA

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