Succede di tutto ma è come se non succedesse niente: l’Europa arranca (e dentro l’arranco mostra tutto il suo smarrimento la Francia –, quella della grandeur sciupata tutta lazzi e frivolezze, del lustro offuscato, della cultura vantata ma nulla più, della politica esibita e mal praticata qui e anche altrove –, adesso al voto col peso evidente di estremismi evidenti lugubri antistorici e pericolosi; l’America a stelle e strisce instupidisce; l’Italia che calcisticamente tremare il mondo faceva si perde in una placida e flaccida forma di emmenthal svizzero; la Russia gioca alla guerra scambiando missili per lanterne, bombe per bambole e popolivicini e pacificamente in tutt’altre faccende affaccendati per oggetti contundenti; il Medio Oriente brucia avendo intorno piromani invece di pompieri; altrove e chissà dove forse è meglio ma anche peggio. Però, qui finisco la conta e incomincio l’eccetera eccetera… Vale a dire: non sapendo più che pesci pigliare altro non aggiungo se non un “vivaddio, che altri se la sbrighino l’infernale-stupida e meschina matassa confezionata da parecchi se proprio non tanti irresponsabili gestori della cosa pubblica su licenza concessa da parecchi se proprio non da tutti elettori resi irresponsabili-spaesati-stupidi-stupiti-arrendevoli e confusi da una pubblicistica che definire sfacciata e bugiarda è quasi un complimento”. Va tutto bene? Proprio no, però se il peggio è quello che deve ancora arrivare, facciamocene una ragione, confezioniamo arrendevoli proclami, accusiamo questi ma non quelli, gridiamo viva e abbasso senza porre alcune distinzione, invochiamo pace giusta ma non semplicemente pace e basta, che sarebbe questa e non altra quella sognata e attesa…
Domani è un altro giorno e si vedrà! Sul ponte, nel frattempo, di sicuro sventola e sventolerà bandiera bianca. Ieri però papa Francesco ha pronunciato una di quelle frasi che se intesememorizzate e usate potrebbero e dovrebbero sconvolgere il mondo e renderlo finalmente capace di essere di tutti e non di pochi privilegiati. Ha detto Francesco: “Un’autorità che non è servizio è dittatura”. Non ha aggiunto, il Papa, indizi per identificare chi serve e chi si serve diventando perciò dittatore. Ma ci vuol poco per andare oltre il velo per dargli nome e volto. Io ci sono riuscito. E voi? L’altro ieri, un calciatore francese o francesizzato (tale Kylian Mbappé, se interessa) , di quelli che al mercato dei piedi vale quanto il “pil” di un Paese terzo o quarto, rompendo gli schemi dello stare fuori dalla mischia, a proposito di elezioni intavolate dalle sue parti ha detto: “Votate contro gli estremisti, io voglio rappresentare un Paese che corrisponda ai miei valori” che, se ho ben capito, abiterebbero in quel guazzabuglio di lodevoli intenti che proclamano e propongono“libertè egalitè fraternitè” quali presupposti unici e irrinunciabili del vivere civile.
L’altra notte l’anziano Joe Biden, presidente USA, nel primo e spero ultimo confronto elettorale con il “trumpetto”, vispo seppur anche lui anzianotto, ha rimedito fiaschi e fischi invece di abbracci e complimenti. Mi ha commosso il vecchio Joe, così tanto da indurmi a dirgli “non prendertela, sei uno di noi”. Subito dopo ho pensato a un manifesto per gridare “anziani, unitevi (uniamoci) e dite (diciamo) a coloro che vi (ci) considerano solo un mucchio di anni consunti e doloranti, dite (diciamo) che siamo molto altro, molto di più, che siamo indispensabili-utili-necessari-presenti-coraggiosi-disponibili a ricominciare la corsa verso sogni belli e realizzabili”. Leggo sul NYT” che “la campagna elettorale americana è dominata dalle speculazioni su quale dei due candidati mostri il più alto tasso di declino mentale maggiore e piùallarmante. Fino a qualche tempo fa questo argomento era considerato nel migliore dei casi antisportivo, nel peggiore pericoloso dato che metteva uno contro l’altro portatori di 81 e di 78 anni”. Tutto vero. Ma la cosa più deprimente è sapere che su una popolazione di oltre 330 milioni di persone questa sia la scelta che appare più evidente, nulla a che vedere con capacità onore saggezza responsabilità rettitudine pensiero comportamento amore… Sì, proprio amore, amore per la gente, per il bene, per la verità, per la giustizia, per la libertà, per la democrazia. E questo mi permette di ripetere: “Joe, sei uno di noi, non molare opponiti al trumpetto e ai trumpetti – tuoi e nostri – in libera uscita”.
Come avrete capito, qui e adesso, io, miserevolmente incerto sulle prospettive, vado al minimo, resto dove sono, resisto. E benché sommerso da variopinte e umorali ondate inventate per deprimere e insieme esaltare né mi deprimo né mi esalto. Infatti, c’è ben altro di cui lagnarsi-dolersi-preoccuparsi-deprimersi-esaltarsi, di cui piangere-ridere-soffrire-gioire, di cui bellamente e astutamente fare finta di niente-fregarsene-andare-trasferirsi-circolare, altro di cui dimenticare-scordarsi-obliare e così non darsi pensiero, perdere la memoria e insieme anche il magari lodevole incipit (inizio avvio apertura…), che tanto al finale (compimento conclusione espletamento) nessuno o pochi ci arrivano. Questione di bandiere – alcune oscure, altre di parte, altre ancora offensive – ognuna sventolante grazie alla medesima aria. Anche quella bianca sventola con la medesima aria, però dice altro, dice che ci si arrende allo strapotere o al volere di chi il potere lo usa per dominare e non per servire. A questo sventolio preannunciante disimpegno è necessario opporsi. Non farlo significa tradire l’idea del bene comune. Quindi, auguri presidente Biden! E auguri di successo anche a coloro che intendendo l’autorità come servizio la tengono lontana da ogni tentazione e ipotesi di dittatura.
Se dopo tanta deprimente lettura vi restano voglia e tempo cantate con me quel che Battiato, menestrello intelligente, ha dedicato alla “bandiera bianca”. Dice:
Mister Tamburino non ho voglia di scherzare
rimettiamoci la maglia i tempi stanno per cambiare
Siamo figli delle stelle e pronipoti
di sua maestà il denaro
Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare
quei programmi demenziali con tribune elettorali
E avete voglia di mettervi profumi e deodoranti
siete come sabbie mobili tirate giù…
C’è chi si mette degli occhiali da sole
per avere più carisma e sintomatico mistero
Uh, com’è difficile restare padre
quando i figli crescono e le mamme imbiancano
Quante squallide figure che attraversano il paese
com’è misera la vita negli abusi di potere.
Sul ponte sventola bandiera bianca…
Uh, com’è difficile restare calmi e indifferenti
mentre tutti intorno fanno rumore
In quest’epoca di pazzi ci mancavano
gli idioti dell’orrore
Ho sentito degli spari in una via del centro
quante stupide galline che si azzuffano per niente…
E sommersi soprattutto da immondizie musicali…
Sul ponte sventola bandiera bianca.
E’ domenica, spero anche una buona domenica, adatta a favorire pensieri non banali, magari utili.
LUCIANO COSTA