Libri

“Vittoria d’autore. Gli scrittori e la dea alata” di Marco Roncalli

“Qualcosa di sorprendente, di straordinario, qualcosa accaduto in una serata estiva…”. Comincia così “Vittoria d’autore. Gli scrittori e la dea alata” il volume edito da Morcelliana, che Marco Roncalli ha mandato in libreria nei giorni del ritorno della statua restaurata e collocata nel rinnovato Capitolium del Parco Archeologico di Brescia Romana. Si tratta di un saggio originale, accompagnato da una cinquantina di immagini – molte inedite, storiche o dedicate al capolavoro dopo il recente restauro – che inizia proprio con la sorprendente scoperta. Quando “quasi due secoli fa nel cuore antico di Brescia, dove affioravano i resti di una provincia imperiale ricca di ferro, sull’onda lunga di una nuova attenzione per le antichità”, “veniva alla luce un tesoro di importanti bronzi fra i quali la celeberrima Vittoria”. Era la sera del 20 luglio 1826. Da allora la statua divenne meta di generazioni di viaggiatori colti o curiosi turisti, mentre continuavano a sovrapporsi ipotesi e interpretazioni – specialmente fra gli archeologi – sulla sua datazione, la provenienza, il suo significato, le differenze con le “sorelle” alate e non. Le pagine di Roncalli per la prima volta richiamano lo stupore di quanti, nel corso del tempo, hanno sostato realmente davanti a questa stupenda figura femminile avvolta in una tunica, probabilmente con duemila anni alle spalle. Stupore provato anche da personaggi famosi, italiani e stranieri, dei quali non si conosceva l’omaggio a questa Nike bresciana, prodigio di potenza, ma persino di grazia, a tal punto che si è vista in lei anche una precedente Venere. Insomma non solo Carducci o D’Annunzio. Troviamo qui una galleria di nomi insospettabili: da Antonio Rosmini a George Sand, da Marie d’Agoult con Franz Liszt a Niccolò Tommaseo, da Théophile Gautier a Prosper Mérimée, da Theodor Mommsen ai fratelli Goncourt, da Henry James a Sigmund Freud, da Jacob Burckhardt ad Anatole France, da Edith Wharton a Rainer Maria Rilke, da Max Picard a Manara Valgimigli, ecc. Ma troviamo anche i commenti di teste coronate e diplomatici europei, rivoluzionari e governanti. Il volume, infatti, insieme alla ricostruzione di questo Grand Tour con destinazione o tappa Brescia riflette al contempo sull’evoluzione di una città, dove della “Vittoria alata” ci si è appropriati in più modi. Facendone un mito sin dall’inizio caro alle istanze risorgimentali. Nella valorizzazione della romanità come elemento fondante un’identità nazionale in più contesti e già alla vigilia dell’unità del Paese. Indicandola come simbolo centrale nel repertorio patriottico nei periodi bellico. Sino a talune distorsioni nella retorica della propaganda del Ventennio, ed oltre. Insieme a quello letteraria un approccio storico, prendendo atto del resistere del ruolo identitario di una statua unica- da molti associata per la sua importanza ai Bronzi di Riace – la cui grazia enigmatica va oltre quella classica dei gesti, dei drappeggi: la Vittoria come una “donna divina” tornata a vivere dal buio, tornata a vincere e volare, a volare e a vincere.

Adesso che la nostra “Vittoria” è tornata, ben restaurata e pronta a mostrare tutta la sua beltà, sarà il caso di degnarla di sguardi e attenzioni. Il libro di Roncalli, edito da Morcelliana, è fatto apposta per  agevola la conoscenza e la scoperta.

Altri articoli
Libri

Potrebbero interessarti anche