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La nuova politica è già vecchia

Io e il mio contrario siamo d’accordo almeno sul fatto che quella in atto tra un conte e un grillo poteva essere un’autentica rivoluzione… Invece era tutta una burla, con il conte che tentava di mettere sale in zucca al grillo e il grillo che rifiutava ogni nota di sapore al suo rumoroso canto. E la loro era la perfetta rappresentazione di “una lite tra due leader extraparlamentari dalla personalità (o dall’ego) extralarge”. Si dice che in politica tutto è possibile, ma anche impossibile. Però, che due ex qualcosa (uno addirittura Capo di Governo e l’altro comicamente capo di una truppa senza scarpe, con poca voglia di camminare seriamente sulle strade impervie della politica ma con evidente pretesa di impartire lezioni a chiunque) pretendano anche di essere accettati come scienziati della nuova politica, detto francamente, è davvero troppo.

Infatti, i due – Giuseppe Conte e Beppe Grillo, per servirvi – sono contendenti che si contendono in singolar contesa ciò che nessun altro contendente vorrebbe contendere a chicchessia essendo chiaro che in quel garbuglio di detti e contraddetti c’è assai poco da spartire. Quindi, salvo miracoli, i due non troveranno mai un accordo degno di essere ritenuto serio e duraturo. Magari mischieranno le carte e inizieranno la partita, ma poi manderanno tutto a schifio. “Il passaggio che doveva portare a un Movimento sempre più ‘responsabile’ – ha scritto un politologo – resterà così una delle pagine più confuse e brutte della storia dei 5stelle: la cronaca di un fallimento”. Un fallimento che nessuna piattaforma e tanto meno nessun proclama improntato all’uno vale uno di infausta memoria riuscirà a evitare. Il tutto pronto a dimostrare “un’incapacità di gestire le dinamiche interne che mal si addice a quella che resta la forza di maggioranza relativa in Parlamento e in ogni caso una fondamentale forza di governo che dovrebbe affrontare con lucidità e chiarezza i problemi del Paese”.

Comunque li guardi, il conte e il grillo sono sistematicamente personaggi in cerca d’autore, galli nel pollaio con la pretesa di essere al tempo stesso padri e padroni, predicatori di ventura ma fuori tempo e fuori logica. “Da una parte, il comico, strepitoso e visionario, demiurgo dal nulla del primo partito italiano, capace al contempo di gridare vaffa ai poteri forti e di definire il suo titolato contendente, in un passato nemmeno tanto lontano, il miglior premier possibile e di qualificare il successore alla Presidenza del Consiglio (Mario Draghi, di sicuro affidamento) un grillino. Dall’altra parte, c’è l’ex avvocato del popolo, lo sconosciuto divenuto presidente del Consiglio senza nemmeno essersi mai iscritto al M5s, capace prima di rivendicare il populismo assieme alla Lega e, poi, di combatterlo a fianco del Pd. Due uomini, insomma, dalle personalità complesse, per non dire capaci di tutto e del contrario di tutto”.

Leggendo e rileggendo le cronache dedicate alla misera contesa, mi sono fatto persuaso che da chi è convinto basti fare casino per ottenere consenso c’è assai poco da sperare. Un cronista in vena di analisi socio-filosofiche ha definito Grillo “impulsivo e non sempre razionale, capace di dare all’ex premier il mandato di ‘rifondare’ i 5stelle, scegliendo per un Movimento nato anti-sistema un leader simbolo ‘moderato’ e decisionista solo per poche settimane”. Però, aggiungeva “conferire un incarico simile senza avere piena fiducia e un costante dialogo con l’incaricato non ha senso”. Un altro commentatore, partendo dallo stesso punto, ha invece scritto che “Conte si è illuso di poter costruire un grillismo senza Grillo e così confinare il fondatore dei grillini in un ruolo di garanzia con poteri ridotti”, Insomma, per essere chiari e lampanti, il duplice ex presidente (una volta con la Lega e un’altra con il Partito Democratico) ha in quel modo creduto “di poter usare come veicolo per la sua nuova ascesa, un Movimento costruito da altri”.

Dentro simile guazzabuglio di parole e fatti controversi, resta il tempo per una sola domanda. “Davvero può adesso, ma anche domani, esistere un Movimento 5 Stelle senza Conte (che, senza le Stelle, con difficoltà potrà costruirsi un futuro immediato) e possono continuare a esistere grillini senza Grillo?”. Ai posteri l’ardua sentenzia; ai contemporanei il tempo necessario per farsi una sonora risata.

LUCIANO COSTA

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