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Siamo come una ruota quadrata…

Qualcosa che deve avvenire, un evento atteso, un insieme di circostanze che mettono in circolo pensieri e azioni. Come quando una festa si avvicina e tutti si preparano a celebrarla. Succedeva quando, annunciandosi l’Immacolata, festa buona per l’anima ma anche per favorire ponti vacanzieri, i montanari invocavano la neve così che ai turisti e agli sciatori che sarebbero accorsi fosse garantito lo scenario ideale per andare in su e in giù, scivolando amabilmente e allegramente. Sarebbe accaduto anche oggi, festa della Madonna Immacolata, grazie all’abbondante neve caduta e alla voglia di fare qualcosa capace di sollevare gli umani dalle preoccupazioni. Invece, oggi tutti a casa sebbene la montagna grondi neve e i montanari abbiano voglia di aprire case, alberghi e impianti confezionati proprio per questo appuntamento. Tutta colpa del Corona, che di questo passo passerà alla storia come il più terribile, severo, disumano e stupido virus che mente umana ricordi. Però, dicono gli esperti, ancora per poco. Poi verrà il vaccino e di quell’ingombrante ospite farà sfracelli.

Leggendo ieri le cronache – quelle orrende della pandemia e quelle belle del “bel canto” innalzato “per riveder le stelle”, ma anche quelle del governo, dello sport, del maltempo, delle losche bravate di ragazzotti in cerca di guai e di mille altre faccenduole disseminate in parti disuguali ovunque vi siano paesi e città abitati – ho avuto l’impressione di stare di fronte a un palcoscenico sul quale si recitava a soggetto: mirabile l’opera inventata per non perdere l’usanza milanese di onorare sant’Ambrogio affollando il loro massimo teatro alla Scala, deprimente lo stucchevole andirivieni di parole messe in circolazioni da politici e politicanti, inutile il trapestio della folla in  cerca di regali e leccornie, stucchevole il susseguirsi di statistiche su consumi, non consumi, perdite stimate o presunte di mercati e turismo, preoccupante la ridda di dati forniti sul mal vivere del Paese.

Un autorevole quotidiano, commentando la fotografia fatta dal Censis al nostro amato Paese ha scritto che “Il sistema-Italia è una ruota quadrata che non gira: avanza a fatica, suddividendo ogni rotazione in quattro unità, con un disumano sforzo per ogni quarto di giro compiuto, tra pesanti tonfi e tentennamenti. Mai lo si era visto così bene come durante quest’anno eccezionale, sotto i colpi dell’epidemia».

È un giudizio duro, quasi impietoso, quello che emerge dal 54° rapporto del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali). Il virus ha soltanto fatto emergere i mali endemici di un Paese ormai fermo da oltre trent’anni. «Il virus ha colpito una società già stanca» si legge nel rapporto. «Quest’anno però siamo stati incapaci di visione» e «il sentiero di crescita prospettato si prefigura come un modesto calpestio di annunci già troppe volte pronunciati: un sentiero di bassa valle più che un’alta via».

Questo fa dell’Italia un Paese sempre più segnato dalle disuguaglianze: da marzo a settembre 2020 «ci sono 582.485 individui in più che vivono nelle famiglie che percepiscono un sussidio di cittadinanza (+22,8%)», dall’altro 1.496.000 individui (il 3% degli adulti) hanno una ricchezza che supera il milione di dollari (circa 840.000 euro) e di questi, 40 sono miliardari, che addirittura sono aumentati sia in numero che in patrimonio durante la prima ondata dell’epidemia. Alla faccia di un mercato del lavoro falcidiato dal virus: nel terzo trimestre di quest’anno, l’emergenza sanitaria ha portato via il lavoro a quasi mezzo milione di giovani e di donne, le categorie più fragili; tra gli autonomi meno di un quarto ha mantenuto le stesse entrate di prima; almeno 5 milioni di precari hanno perso il lavoro; oltre la metà dei giovani italiani vive in una condizione peggiore di quella dei propri genitori alla loro età; solo il 13 per cento degli intervistati dal Censis si dice disposto ad aprire un’impresa. Strano a dirsi, è aumentata la tendenza al risparmio: a metà anno, giugno 2020, la liquidità (monete, biglietti e depositi a vista) nel portafoglio degli italiani ha registrato un incremento di 41,6 miliardi di euro (+3,9% in termini reali). Intanto, nella grande piazza del vivere quotidiano, equilibristi di lungo corso e anche di primo pelo tentano di camminare sul filo teso da un balcone all’altro della penisola…

Ma questa è una favola che vi racconterò domani. O chissà quando.

LUCIANO COSTA

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