Due fatti, che altro non sono se non notizie di cronaca, due momenti tra i tanti del vivere quotidiano. Uno, racchiuso nella conferenza stampa del Presidente del Consiglio Mario Draghi, riguarda l’essere, il divenire e cioè la vita di noi comuni mortali abitanti dell’Italia alle prese con virus, vaccini, regole di prevenzione, imposizioni, restrizioni, malati, guariti, ondate, cure, scuole aperte-chiuse, ospedali sovraccarichi, no vax inamovibili (salvo complicazioni, ovviamente); l’altro solo la morte di David Sassoli, un “bravo italiano” diventato Presidente del Parlamento Europeo dopo essere stato giornalista “libero e coraggioso”. Ieri sera Mario Draghi ha spiegato agli italiani il senso delle ultime decisioni in merito alla lotta contro la pandemia chiedendo partecipazione e unità di intenti; nella notte David Sassoli, dopo un faticoso travaglio ospedaliero, è morto chiedendo per lui una preghiera che lo accompagnasse verso l’infinito cielo e per l’Europa e l’Italia il coraggio di guardare oltre gli egoismi.
L’attesa conferenza stampa del presidente del Consiglio per illustrare le nuove misure di contrasto alla diffusione del Covid-19 è iniziata dal tema scottante del ritorno in aula. Mario Draghi, dopo aver sottolineato che “la scuola è fondamentale per la democrazia” e che dunque “va tutelata e non abbandonata” ha ribadito ancora una volta che “la priorità del governo” è quella di tenere aperta la scuola,” anche per porre un freno alle disuguaglianze che la dad ha acuito e che rischiano di riflettersi sul futuro dei ragazzi”. Poi, sull’anno che ci aspetta, un monito preciso e severo: “Va affrontato con realismo, fiducia, prudenza e soprattutto unità”. E sarà possibile trasformarlo in un anno di rinascita se e come le vaccinazioni non lasceranno indietro nessuno, neppure i più incalliti negazionisti. Infatti, ha chiarito il premier, “gran parte dei problemi che ancora vive il Paese si devono a chi non si è ancora vaccinato”. Da qui l’invito a immunizzarsi per chi ancora non l’ha fatto a cui ha fatto seguire il “grazie” per chi ha scelto invece di farlo.
Il quadro attuale del Paese, ha spiegato Draghi, è molto diverso da quello che ha caratterizzato la fase più grave della pandemia. E proprio questo nuovo quadro di riferimento permetterà al governo di “colpire il virus senza tenere tutto chiuso”, perché ciò che conta è “tenere l’Italia aperta, pur con tutte le cautele necessarie”. Poi, un riferimento all’attività del Governo. “Nonostante la diversità di vedute”, ha spiegato Draghi “importante è che si possa continuare a lavorare all’insegna dell’unità, di una unità che vale per tutti: cittadini, presidenti di regione e amministratori locali. C’è voglia di lavorare insieme e di raggiungere decisioni condivise e finché questa voglia è visibile il Governo va avanti”. D’altronde, ha ribadito Draghi, le divergenze di opinioni “fanno parte del lavoro quotidiano: insieme si affrontano, insieme si superano”.
L’improvvisa morte del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli lascia un vuoto difficile da colmare. Nella sua semplicità ma anche grazie alla sua visione politica, infatti, Sassoli era il collante ideale di un’Europa ancora in cerca di una fisionomia precisa. Davide Sassoli è morto nella notte nella struttura ospedaliera del “CRO” di Aviano dove era ricoverato dal 26 dicembre per il sopraggiungere di una grave complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario. Da volto familiare del TG1-Rai a presidente del Parlamento europeo: quella di David Maria Sassoli è stata una vita divisa fra il giornalismo e la politica, vissuta tra Firenze, sua città, Roma e Bruxelles, fino a diventare nel 2019 presidente dell’Europarlamento.
Nato nel capoluogo toscano il 30 maggio 1956, da giovane Sassoli frequentò l’Agesci, Associazione guide e scout cattolici italiani. Il papà era un parrocchiano di don Lorenzo Milani e lui, del prete di Barbiana, colse lo spirito e imparò “il dovere di agire da cristiano in politica”. Curioso e aperto alle novità, David cominciò fin da giovane a lavorare per piccoli giornali e in agenzie di stampa. Poi trovò un posto a “Il Giorno’ e da lì fece il grande salto in Rai. Fiorentino di nascita ma romano di adozione, era diventato un volto noto alle famiglie italiane soprattutto per la sua conduzione del Tg della rete ammiraglia della Rai, di cui e’ stato anche vicedirettore durante l’era di Gianni Riotta.
Una carriera televisiva che si chiuse nel 2009, quando Sassoli decise di dedicarsi alla politica. Candidato come capolista del neonato Partito democratico nella circoscrizione Italia centrale, venne eletto la prima volta con oltre 400mila preferenze e, forte di questo successo, diventò subito il capo della delegazione del Pd al Parlamento europeo. Nel 2013 il tentativo di rientrare in Italia come sindaco di Roma si incagliò nelle primarie, piazzandosi soltanto secondo, superando il futuro presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ma ottenendo la metà dei voti di Ignazio Marino.
Dopo un decennio passato fra i banchi di Bruxelles e Strasburgo, Sassoli – giunto alla sua terza legislatura -, ritenuto uno degli eurodeputati più esperti, dal 2014 al 2019 ricoprì la carica di vicepresidente occupandosi soprattutto di trasporti, politica euro-mediterranea e bilancio. Poi, il 3 luglio del 2019, all’inizio del suo terzo mandato parlamentare, venne eletto Presidente dell’assemblea. Nel suo discorso di apertura Sassoli ribadì l’importanza di agire per contrastare il cambiamento climatico, la necessità di una politica più vicina a ai cittadini e ai loro bisogni, soprattutto ai giovani, e l’urgenza di rafforzare la democrazia parlamentare e di promuovere i valori europei. Durante la situazione eccezionale e senza precedenti causata dalla pandemia di Covid-19, Sassoli si è impegnato affinché il Parlamento europeo rimanesse aperto e continuasse ad essere operativo, introducendo – già nel marzo 2020 – dibattiti e votazioni a distanza.
Sassoli è stato il secondo presidente italiano del Parlamento europeo dopo Antonio Tajani da quando l’assemblea di Strasburgo viene eletta a suffragio universale. Il suo incarico sarebbe scaduto a giorni: la prossima settimana, infatti, la plenaria dell’Europarlamento, riunita a Strasburgo, dovrà eleggere il suo successore.
LUCIANO COSTA