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Fine della pandemia, ma senza abbassare la guardia

Forse è possibile tirare un lungo e atteso sospiro di sollievo. Però, fino a un certo punto, vale ma dire con qualche preoccupazione residua. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dopo tre anni e circa 20 milioni di morti in tutto il mondo, ha dichiarato chiusa l’emergenza sanitaria globale dovuta al covid-19. Un traguardo a lungo atteso: adesso si può «tornare alla vita come la conoscevamo prima». Tutto questo anche se alle notizie positive si aggiungono gli avvertimenti a non tralasciare le norme principali di prevenzione e restano ancora evidenti le ferite da sanare.

La fine della pandemia, dicono gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità “non significa che il covid-19 sia finito come minaccia per la salute globale”. Infatti, la malattia non è scomparsa del tutto e, anche se i momenti più bui sono alle spalle, occorrerà continuare a mantenere la prudenza, nonché a potenziare i servizi sanitari a tutela dei più fragili. “Ora – dicono gli esperti –  abbiamo gli strumenti e le tecnologie per prepararci meglio alle pandemie, ma la cosa peggiore che qualsiasi Paese potrebbe fare è abbassare la guardia”.

Tre anni in compagnia del Covid: era il 30 gennaio 2020, quando l’emergenza sanitaria pubblica — il più alto livello di allarme secondo le regole del diritto internazionale — venne ufficialmente dichiarata. Il 31 dicembre 2019 nella città di Wuhan, capoluogo dello Hubei nella Cina centrale, dove scorrono lo Yangtze e il fiume Han, c’era già stata la prima segnalazione relativa al virus. Le risposte furono inizialmente incerte, poi con l’aumentare dei contagi partì il periodo dei lockdown, più o meno rigidi, più o meno forzati: prima nella stessa Wuhan, poi via via in diversi Paesi del mondo, tra cui Italia, Spagna, Regno Unito.

A dicembre 2020 l’atteso avvio delle somministrazioni del vaccino, seppure tra le proteste dei movimenti no vax, e, nei due anni successivi, la lotta contro le varianti alfa, delta, omicron. Quindi la perdita costante di forza del virus. La rivista “Nature ha scritto che ora il covid-19 potrebbe trasformarsi in un’infezione a ondate piuttosto che in un malanno endemico e stagionale. Intanto, ecco finalmente lo stop all’emergenza.

Oggi rimangono gli strascichi di uno dei periodi più terribili per l’umanità degli ultimi decenni: l’aumento delle diseguaglianze e del numero di emarginati. Secondo Save the Children, 100 milioni di bambini in più sono stati spinti verso la povertà e 1,5 miliardi di minori ha visto interrotta la propria istruzione, con una crescita della violenza contro di loro; 10,5 milioni ha perso un genitore o una persona che si prendeva cura di loro a causa del covid-19; aumentati anche i problemi di salute mentale, proprio per i più piccoli. “Da una crisi come questa non si esce uguali: si esce o migliori o peggiori” ha detto più volte il Papa. Dipende da ciascuno.

L.C.

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